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 2014  febbraio 07 Venerdì calendario

VOLGARI ED ESAGERATI SÌ, MA... EVVIVA L’OPPOSIZIONE


Al netto di tutti gli errori, le volgarità, gl’insulti, le esagerazioni, le gaffes da ignoranza e da inesperienza, il merito principale dei 5Stelle nel loro primo anno in Parlamento è di avere restituito all’Italia un fenomeno ormai sconosciuto dalla notte dei tempi: l’opposizione. Erano almeno vent’anni che non si vedeva un gruppo così nutrito di oppositori irriducibili, capaci di sfruttare i tanti strumenti previsti dai regolamenti per contrastare governo e maggioranza. Tant’è che mai, prima della Boldrini, un presidente della Camera aveva dovuto usare la “ghigliottina” per soffocare l’ostruzionismo di una forza di opposizione contro una legge.
FANNO PAURA AGLI ALTRI PARTITI
La loro semplice presenza ha consentito ai 5Stelle di svolgere la funzione che in natura è propria dei predatori: migliorare la specie predata. Per paura di finire denunciati e sputtanati dai “grillini”, i partiti hanno spesso evitato di dare il peggio di sé. Non che abbiano ridotto i costi, i furti, le corruzioni, i conflitti d’interessi della Casta, questo no, ne va della loro sopravvivenza; ma, almeno, hanno smesso di aumentarli. Ed è grazie al M5S se il Senato ha votato a scrutinio palese la decadenza di Berlusconi, impedendo i soliti inciuci nel segreto dell’urna. Le mozioni di sfiducia individuale contro i ministri Alfano, Cancellieri e De Girolamo hanno costretto i partiti a schierarsi: coprendosi di vergogna con i salvataggi dei primi due; e abbandonando al suo destino la terza, costretta a dimettersi. Ovviamente, stando all’opposizione, per giunta in un Parlamento espropriato del potere legislativo (nessuna legge di iniziativa parlamentare, solo decreti del governo imposti con la fiducia), i 5Stelle non sono riusciti a far approvare nessuna delle loro proposte di legge: alcune ottime, come quelle sul reddito minimo di cittadinanza e sul conflitto d’interessi. Ma alcuni emendamenti per migliorare leggi e decreti governativi, quelli sì: per esempio, per rendere più severo il reato di voto di scambio politico-mafioso e per sospendere le cartelle esattoriali alle imprese in credito con lo Stato. Idem per le mozioni di indirizzo: tipo quelle per bloccare l’acquisto di nuovi F-35, abolire l’inutile reato di clandestinità e tagliare autoblu e consulenze della Pubblica amministrazione. I pentastellati poi hanno smascherato “pianisti” che votavano per gli assenti e lobbisti che spadroneggiavano nelle commissioni. Con l’ostruzionismo, hanno ritardato la controriforma dell’art. 138 della Costituzione, poi fortunatamente naufragata con l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza; e hanno evidenziato agli occhi della gente la vergogna del regalo di 4,5 miliardi alle banche nascosto nel cosiddetto “decreto Imu-Bankitalia”. L’atto più importante però rimane la rinuncia a 42 milioni di “rimborsi elettorali”, cioè ai finanziamenti pubblici mascherati, e la restituzione della quota non spesa di diarie e indennità, per un totale di altri 4,5 milioni (raccolti in un fondo per il micro-credito alle piccole e medie imprese). Due mosse che hanno denudato il re, anzi il premier e i suoi alleati: se davvero vogliono abolire i rimborsi elettorali, perchè non smettono di intascarseli?