Nino Cirillo, Il Messaggero 7/2/2014, 7 febbraio 2014
ABRUZZO, IL SOLO ASSESSORE NON INDAGATO: PER EVITARE GUAI NON SPENDO
L’INTERVISTA
dal nostro inviato
PESCARA In tempi di amanti e di mutande verdi, può capitare anche di imbattersi in tipi come lui, come Giandonato Morra, 54 anni, avvocato penalista di Teramo, l’unico tra i nove assessori della giunta Chiodi a non essere rimasto impigliato nell’inchiesta sui rimborsi spese.
Vuol dire che aveva tutti i conti in ordine, fino all’ultima ricevuta?
«No, vuol dire che in questi cinque anni non ho mai presentato richieste di rimborso».
Ha fatto l’assessore ai Trasporti totalmente a sue spese?
«Forse non è chiaro. Quando dopo le elezioni mi telefonarono per avvisarmi che c’era la carta di credito della Regione da ritirare, io semplicemente non la ritirai, non l’ho mai ritirata. Come dirle? Fu una specie di moto interiore...».
Quindi niente pranzi, niente pernottamenti?
«Vado a Roma spesso e uso l’auto di servizio, almeno fino al venerdì. Ma vado e torno, è un’ora e tre quarti di viaggio, non ho nessun bisogno dell’albergo. E se prendo un caffè, mangio un tramezzino, magari vado pure in trattoria, beh, mi pago tutto da solo. La politica attraversa una specie di Vietnam morale: penso che si debba rispondere così. E poi perché non ammettere che siamo dei privilegiati? Facciamo il lavoro che ci piace e non abbiamo mica il problema di arrivare alla fine del mese».
Se l’aspettava questo scandalo?
«No, francamente non me l’aspettavo. E’ stato un fulmine a ciel sereno. E debbo confessare che davanti alla prime voci mi sono preoccupato anch’io. Soltanto quando ho sentito la parola rimborsi mi sono rasserenato: non potevo esserci finito dentro».
Come giudica i suoi colleghi indagati?
«Non voglio paragonarmi con nessuno. Chi chiede rimborsi dovuti fa bene. E poi alcune posizioni sono davvero irrilevanti: gente chiamata a giustificare chi 79 euro chi 59 euro. Non mi paragono con nessuno anche perché il mio è un assessorato tecnico e basta, non ho i compiti di rappresentanza di altri».
Un gruppo di amici che ha preso il potere: c’è questo dietro lo scandalo?
«Non so se ci sia l’amicizia. Di sicuro hanno saputo mettersi insieme meglio di altri, hanno costruito un pdl dialogante, hanno colto tante vittorie amministrative. Ma io appartengo a Fratelli d’Italia-An e sono anche stato anche candidato al Parlamento per la Destra. Ho attraversato il deserto da solo, insomma, proprio come mi sembra di fare adesso».
Le hanno telefonato in tanti?
«Ho ricevute tantissime chiamate, soprattutto di avversari politici gente che non sentivo da tempo. E ora che ci penso, sì, qualcuna è mancata...».
Lo difenderebbe uno dei suoi colleghi assessori indagati?
«Assolutamente no, sarebbe una grave caduta di stile. E poi ci sono fior di avvocati in giro».
Il ricordo più bello di questi cinque anni?
«Forse la scelta più giusta, quando appena eletto mi dimisi da commissario del Parco Gran Sasso. Non potevo accettare l’idea di riscuotere due indennità».
E’ quasi l’ora di cena, quanto ha speso durante la giornata?
«Le confesso che non ho ancora mangiato».