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 2014  febbraio 07 Venerdì calendario

LA PLASTICA CINESE CHE FERMA L’AUTO DI 007


Vatti a fidare dei cinesi. Soprattutto se il problema riguarda Aston Martin, i cui selezionatissimi clienti staccano un assegno che può variare da 150 a trecentomila euro per sedersi fra pelli e moquette. Ancora più grave se il problema riguarda un pezzo di plastica che, per la sua posizione, serve solo per i piedi. Una vera sfortuna. La macchina utilizzata da 007, blindata come un carro armato e armata come un F35, che si ferma per una gomma di pochi centesimi.
La casa britannica, una delle griffe più blasonate del mondo delle auto sportive, è costretta a richiamare in officina 17.590 vetture: 7.271 in Europa, 5.001 negli Stati Uniti. Le altre sono distribuite nei 41 Paesi in cui la casa inglese esporta.
Una enormità per un costruttore di piccoli volumi di vetture di lusso ultra veloci. Si tratta, infatti, del 75% delle macchine costruite dal 2007 a oggi. Si salva solo la Vanquish, che non è stata richiamata. Forse non è un caso. Ognuna di queste auto costa trecentomila euro e forse non ci sono componenti di plastica nell’abitacolo. Certamente non «Made in China».
La causa di questo disastro non è imputabile direttamente alla marca britannica ma a un sub fornitore made in China che, a quanto pare, ha utilizzato materiali contraffatti e dunque non rispondenti alle specifiche dei progetti. Chissà forse speravano che non se ne accorgesse nessuno. Il componente serviva per realizzare la struttura del pedale dell’acceleratore.
Il sub fornitore cinese che ha stampato il materiale si chiama Kexiang Mould Tool di Shenzhen, mentre il manufatto completo è stato fornito dalla Synthetic Plastic Raw Material di Dongguan.
Il difetto comporta la rottura del pedale del gas con evidenti rischi per la sicurezza. Considerando le velocità di punta che può raggiungere una Aston Martin si può pensare ad un missile lanciato senza controllo in autostrada.
Finora si sono registrati ventidue guasti, avverte il Financial Times che per primo ha dato la notizia. Nessun incidente però. In ogni caso per la casa inglese - che ha come socio di riferimento la Investindustrial di Andrea Bonomi e nel capitale figurano le kuwaitiane Investment Dar e la Adeem Investment- è come se qualcuno fosse passato con un chiodo sulle luccicanti carrozzerie delle sue gran turismo. Uno sfregio piccolo ma ben visibile. Ancora più doloroso perché arriva proprio nel momento della svolta produttiva attuata grazie anche all’iniezione di tecnologia e denaro da parte di Mercedes. Il colosso tedesco, infatti, ha preso una partecipazione nel capitale come corrispettivo per la fornitura dei motori e della tecnologia più avanzata. Facile immaginare che, a medio termine, la casa della stella a tre punte prenderà l’intera proprietà. Pareggerà così i conti con Bmw che già possiede la mitica Rolls Royce.
Nel frattempo da Gaydon, sede dell’Aston Martin, fanno sapere che, da ora in avanti la plastica dell’acceleratore sarà e rigorosamente Made in England. Niente più cineserie.