Marco Damilano, L’Espresso 7/2/2014, 7 febbraio 2014
TOP E FLOP
TOP
ZEROCALCARE
«Questa situazione è frutto degli ultimi trent’anni in Italia. Ci sono un sacco di spinte, di rabbie e non c’è un canale verso cui indirizzarle. Dopo tanti anni di populismo, xenofobia, zozzeria varia, non potevamo aspettarci di meglio». Il commento più lucido sull’aria che tira arriva da un fumettista (Michele Rech), classe 1983, il migliore intellettuale della sua generazione. E non solo della sua.
FLOP
FRANCESCO STORACE
Ha scritto Corrado Augias: «Un fascista vero come Storace diceva (con humour): “Il cazzotto sottolinea l’idea”. I grillini, che humour non hanno, usano l’ingiuria, che l’idea si limita a scansarla». Povero Storace, dopo un’onorata carriera degradato a simpatico fascistone. Come Primo Arcovazzi, il “Federale” di Ugo Tognazzi.
TOP
ENZA BRUNO BOSSIO
Altro che i pavidi giovani turchi, il gentile Cuperlo, il confuso Fassina, l’anti-Renzi nel Pd è una tosta deputata calabrese addestrata nella sua regione all’arte della guerra a sinistra, tra faide e triangoli di cuore e di potere, una che non ha paura di sfidare il Capo: «Il Pd non è un comitato elettorale renziano. E se resta così non voterò l’Italicum». Rifondazione dalemiana ha trovato la sua pasionaria.
FLOP
GREGORIO GITTI
Un deputato, racconta Renzi, «si è presentato con Dellai di Italia popolare e mi ha detto: “Volete l’accordo, a noi cosa date?”. L’ho pregato di uscire dalla stanza». Era lo stesso che confidò a Prodi che Monti lo avrebbe votato al Quirinale in cambio di un reincarico a Palazzo Chigi? Chissà. Gitti c’è sempre, ma non si vede.