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 2014  febbraio 06 Giovedì calendario

LINGOTTI NEL SEDILE, SOLDI NEI BOSCHI. EVADERE È UN’ARTE


La signora ottantenne con centomila euro nelle mutande, il padre di famiglia in gita pasquale con i lingotti d’oro sotto al sedile dei figli, la zia francese che porta cinquantamila euro in due pacchi di biscotti. Sono solo alcuni dei casi scoperti al confine svizzero dalla Guardia di Finanza, che nel 2013 ha intercettato nei valichi di frontiera 123 milioni di euro tra contanti e titoli.
Furbizie e stratagemmi che si potrebbe scrivere un manuale di teoria e tecniche dei nuovi spalloni, che non sembrano assomigliare ai famosi sherpa dell’evasione all’estero, quelli che un tempo zaino in spalla attraversavano i confini tra mulattiere e valichi di montagna carichi di banconote. Ma a leggere i dati dell’ultimo bilancio dell’attività delle Fiamme Gialle in Lombardia, presentato ieri, sembra che gli espedienti scoperti non siano poi così sofisticati.
Per esempio avrebbe dovuto trattenere meglio l’emozione il 53enne che a Pasqua è stato fermato insieme alla famiglia per un controllo dei finanzieri.
Anche perché ad una prima indagine l’utilitaria che trasportava la moglie e i tre figli sembrava pulita. La coppia di genitori, però, manifestava «crescenti segni di nervosismo» che hanno spinto i militari a controllare meglio l’auto. E così sono spuntati, dall’interno di due doppifondi ricavati sotto i sedili dell’utilitaria, dodici lingotto d’oro del peso 110 chili e del valore di 4,5 milioni di euro. La famiglia ha dovuto proseguire la gita a piedi.
Sempre al confine, ma stavolta sul treno, c’è «un’insospettabile pensionata tedesca di ottanta anni» in compagnia di un italiano di settanta. Stanno entrando in Italia dichiarando di non possedere denaro, e in effetti nel portafogli della signora non c’è nulla. Ma incalzata dalle domande degli agenti, la donna si contraddice al tal punto che non resiste e ammette di nascondere due mazzette di banconote tra i pantaloni e la biancheria intima. Totale: 96.500 euro ben stirati e ancora avvolti nella fascetta di una famosa banca svizzera. «Mi servivano per comprare oggetti d’arte in Italia», si è giustificata la signora. Mentre non è chiaro se il compagno viaggiatore, docente universitario italiano, fosse in combutta con l’ottantenne o non sapesse nulla della preziosa biancheria della donna. Su un altro convoglio viaggiava da Lugano a Milano un’altra donna, francese, con due grandi confezioni di biscotti. Tanto grandi che pesavano 52mila euro.

VENTI MILIARDI NON DICHIARATI
Ma non è solo di controllo al confine che si occupano le Fiamme Gialle. L’anno scorso i militari hanno scoperto nella sola Lombardia 3.246 responsabili di reati fiscali e 817 evasori totali, che da soli occultavano tre miliardi di imponibile. Nel 2013 sono state recuperate mancate dichiarazioni ai fini delle imposte dirette per 20,3 miliardi – la metà nel corso di indagini contro l’evasione internazionale – e 880 milioni di iva evasa. E ancora tra le varie cose falsi poveri che hanno percepito 283 milioni di euro, 46mila controlli su scontrini e fatture, 322 controlli di studi professionali.
Sul fronte del lavoro sono stati scoperti 703 lavoratori completamente in nero, su tremila irregolari. Tra questi, i 710 dieci italiani che lavoravano – con falsi contratti firmati da una cooperativa – per una società del settore pubblicitario. Precari tra i venti e i sessanta anni assunti per fare i promoter di famosi marchi all’interno dei centri commerciali del Nord. Venivano pagati 50 euro per otto ore al giorno. La società adesso dovrà affrontare sanzioni che vanno da 1,6 fino a 9 milioni di euro, in ragione delle quattromila giornate lavorative in nero.