Nino Sunseri, Libero 6/2/2014, 6 febbraio 2014
LA CAMUSSO VUOL ROTTAMARE IL SUO RENZI
La guerra all’interno della sinistra si sposta nel sindacato: il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso vuole che il collegio dei probiviri punisca Maurizio Landini, segretario della Fiom, l’ala più radicale del sindacato rosso. Ha firmato la lettera di denuncia come semplice iscritta volendo così dimostrare che quella in corso non è una battaglia di potere ma un confronto sulle regole. La pena per Landini potrebbe arrivare fino all’espulsione anche se, francamente, nessuno pensa a tanto. Più probabile il biasimo o una sospensione da tre a dodici mesi. Non esclusa, invece, il commissariamento della Fiom. «Un atto gravissimo» secondo landini. Ieri pomeriggio i due litiganti hanno cercato di abbassare la tensione. La Camusso ha diramato una nota nella quale nega di aver presentato una denuncia. La sua era solo una richiesta di chiarimento ai componenti del collegio per lo statututo. Decisamente lontani i tempi in cui Bruno Trentin lasciava la Fiom per assumere la guida della Cgil.
Ma era stata una parentesi. Perchè fin dai tempi della Fim (la Federazione dei metalmeccanici che riuniva anche Cisl e Uil) i rapporti erano pessimi. I metalmeccanici degli anni ’70 si consideravano l’aristocrazia del movimento operaio e come tali si comportavano. Un disprezzo ricambiato e ora esploso con le accuse di Susanna Camusso che, nei confronti della Fiom ha anche una vecchia ruggine personale. Ne faceva parte negli anni giovanili della militanza milanese. Aveva firmato un accordo sul lavoro femminile notturno negli stabilimenti Fiat (Arese era ancora aperto). Un accordo che la dirigenza nazionale della Fiom aveva bocciato. Troppo penalizzante per le donne e, inconcepibile, a firmarlo era stata una donna. La scomunica era costata alla Camusso l’esilio. A ripescarla Sergio Cofferati dandole la responsabilità degli alimentaristi. Uno sgabello perm riprendere la scalata che l’avrebbe portata a diventare la prima segreteria donna della Cgil. Chissà se nell’offensiva che oggi ha lanciato contro Maurizio Landini non faccia capolino il ricordo dell’offesa di venticinque anni fa. Certo è vero la vendetta è un piatto che si mangia freddo. In questo caso sarebbe addirittura ibernato.
La Camusso accusa il compagno Maurizio di insobordinazione. Il capo della Fiom, infatti, non riconosce l’accordo interconfederale sulla rappresentanza siglato fra Cgil, Cisl, Uil da una parte e Confindustria dall’altra. L’intesa, tanto per capire, si muove sul solco tracciato da Marchionne in Fiat. Fissa una soglia di sbarramento per l’elezione dei delegati e limita il diritto di sciopero. Landini ha detto che non lo applicherà perchè lesivo dei diritti dei lavoratori. La Camusso, in risposta, lo vorrebbe mandare a casa. Per la Cgil vale ancora il principio fondativo del centralismo democratico tanto caro al Partito Comunista: il dissenso rispetto alle decisioni del capo non va mai pubblicizzato.
Difficile però che si arrivi alla rottura. La Fiom che va fuori dalla Cgil? Se n’era parlato nei mesi scorso quando sembrava addirittura che Landini volesse dar vita ad movimento politico all’estrema sinistra. Cercava spazio spazio fra vendoliani in libera uscita, grillini delusi, radical-chic alla ricerca di un’altra area politica da egemonizzare. Poi il silenzio. In realtà la Camusso, al di là dei fatti personali, non ha mai amato la Fiom. Tanto meno adesso che si prepara al congresso. Spera di arrivare alla proclamazione come candidato unico. Landini le appare come il solo competitore di livello. Tanto più che il capo della Fiom per rafforzare la sua posizione ha costruito un asse con Renzi. Un’alleanza innaturale. A cementarla l’esistenza di nun avversario. Susanna infatti, è in competizione con Maurizio e non ama Matteo. Alle primarie del 2012 non aveva nascosto la simpatia per Bersani. In autunno non si era presentata alle urne per la scelta del segretario del Pd. La mancata mobilitazione della Cgil aveva pesato nell’insuccesso di Cuperlo.
La partita in corso merita attenzione. La presenza di Renzi ai vertici del Pd e la conferma della Camusso darebbe vita ad una situazione inedita: la Cgil non più cinghia di trasmissione del partito che, a sua volta verrebbe privato della capacità di mobilitazione del sindacato. Una debolezza per entrambi. Ecco perchè Renzi cerca di sponsorizzare Landini. Spera di mettere Susanna in fuorigioco.