Filippo Facci, Libero 6/2/2014, 6 febbraio 2014
LA MACCHINA DEL BIANCO
«È entrata in funzione la macchina del fango, obiettivo Di Matteo». L’ha scritto sul Fatto Quotidiano l’equilibrato Loris Mazzetti, coautore di un libro col pm Di Matteo. Quest’ultimo è corresponsabile del credito concesso per 15 anni a Vincenzo Scarantino, il falso pentito che ha fatto condannare vari innocenti per la strage di via D’Amelio. Averlo ricordato, e documentato, sarebbe roba da macchina del fango, i cui motori sarebbero Libero, Giornale, Foglio e Panorama. E anche, suggeriamo, uno come Enrico Deaglio, che da anni invoca l’intervento del Csm perché indaghi su Di Matteo: ma Deaglio non fa parte della macchina. Perché? Boh. In omertà, del resto, il fronte antimafia è specialista. Salvatore Borsellino l’altro giorno ha scritto: «Che ruolo hanno avuto il procuratore Giovanni Tinebra e il pm Anna Palma in questo depistaggio? ». Si è dimenticato di Di Matteo, che affiancava Anna Palma: sbianchettato. Poi. Il sito Antimafia2000 e Repubblica hanno riportato il testo virgolettato della deposizione di Ilda Boccassini alla Corte d’assise di Caltanissetta. Secondo Repubblica - e anche altri giornali - la Boccassini ha detto: «Si stava imboccando una pista pericolosa, lo dicemmo al procuratore Tinebra, ai colleghi Anna Palma e Nino Di Matteo». Secondo il sito antimafia, invece, la Boccassini ha detto: «Si stava imboccando una pista pericolosa, lo dicemmo al procuratore Tinebra, ai colleghi della Procura». Sbianchettato Di Matteo.