Antonio Dipollina, la Repubblica 6/2/2014, 6 febbraio 2014
CHE SOLLIEVO LE BELLE STORIE NORMALI DI “SCONOSCIUTI”
LA RAGAZZA di Voghera — degna di sostituire nel luogo comune la vetusta casalinga (c’è ancora?) — riceve in regalo da bambina un violino e intorno allo strumento si sviluppa una trama di vita che va in mille posti, uno più sensato dell’altro. E un’altra storia è passata. Trasmissioni che esaltano il grottesco, preferibilmente deprimente, della vita? Centinaia. Programmi che senza tirarsela più di tanto raccontano storie normali quanto straordinarie e funzionano da balsamo, pur minimo, per l’anima? Uno. Resiste nel suo spazio quotidiano delle 20.15 di Raitre lo Sconosciuti, curato da Simona Ercolani, rincuorano la tenuta e il seguito di simpatia di un’audience che intuisci vagamente sana e affratellata intorno a qualcosa di indefinibile ma che deve pur esistere. Ogni sera una trama comune di vita punteggiata da svolte, difficoltà e colpi di scena: ma che tracciano un confine reale, con contraddizioni, dubbi e coraggio raccolto in una mano e speso al momento giusto.