Enrico Franceschini, la Repubblica 6/2/2014, 6 febbraio 2014
UNO SCIOPERO PARTICOLARE
Immaginate la scena. Da una parte, 3 milioni di passeggeri che ogni giorno usano l’Underground, la metropolitana di Londra. Dall’altra, 19 mila dipendenti della società pubblica che la gestisce. In mezzo, i sindacati che indicono uno sciopero di 48 ore contro un piano per tagliare 1000 posti di lavoro, chiudere tutte le biglietterie (ormai ci comprano i biglietti soltanto il 3 percento dei passeggeri — gli altri li prendono alle casse automatiche) e tenere aperto il metrò 24 ore su 24 nel week-end (ora chiude all’1 di notte). Risultato: code chilometriche per i bus, traffico congestionato, strade invase dai pedoni. Una giornata particolare. Eppure non una giornata di caos o tensione. Nessuno insulta gli scioperanti. Gli addetti al metrò, sulle poche linee che funzionano a intermittenza, danno informazioni con cortesia. Il capo del governo e quello dell’opposizione, in parlamento, discutono il problema senza retorica. I sindacati fanno appello a riprendere il negoziato. Il sindaco promette che quasi tutti gli esuberi saranno volontari. Dateci un po’ d’Inghilterra, please.