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 2014  febbraio 06 Giovedì calendario

RICERCHE E PUBBLICITÀ, L’EUROPA “CONVINCE” GOOGLE


IL commissario europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia, ha raggiunto un accordo con Google che dovrebbe consentire di chiudere la procedura aperta dalla Ue contro il colosso informatico per abuso di posizione dominante. L’intesa, simile a quella che Google ha concluso precedentemente negli Stati Uniti con l’antitrust americano, è arrivata al termine di un braccio di ferro durato più di tre anni, dopo che Almunia aveva dato un ultimato alla multinazionale di Mountain View minacciando una multa che avrebbe potuto arrivare fino a 4 miliardi di euro. Tuttavia sia i concorrenti che avevano fatto ricorso a Bruxelles, sia le associazioni dei consumatori si considerano insoddisfatti e si dicono pronti a proseguire l’azione legale in altre sedi.
Le accuse mosse contro Google da un consorzio che riunisce diciassette grandi imprese informatiche, tra cui Microsoft, Oracle, Expedia, Trip Advisor e Lastminute. com, riguardava principalmente la posizione di favore che la società americana assegnava ai propri prodotti rispetto ai servizi di ricerca specifici della concorrenza (per trovare e comparare alberghi, voli, o altri beni in vendita su internet). Un altro rilievo mosso a Google contestava l’obbligo di esclusiva imposto agli inserzionisti, cui veniva negato il diritto di rivolgersi anche ad altri servizi online.
Dopo un lungo negoziato e due proposte respinte dalla Commissione europea, Google ha accettato di proporre, accanto ai propri servizi specialistici, almeno quelli di tre altri operatori rivali selezionati in base a procedure concertate. L’azienda, che controlla tra il 75 e il 90 per cento del mercato europeo, ha inoltre rinunciato ad imporre l’esclusiva ai propri inserzionisti.
«Senza impedire a Google di offrire i propri servizi, questo accordo proporrà agli utenti tre servizi concorrenti presentati in maniera comparabile. Toccherà ai consumatori scegliere l’alternativa migliore e questo incoraggerà tutti a migliorare la propria offerta», ha spiegato il commissario Almunia.
Ma l’accordo non ha soddisfatto i ricorrenti, che lo hanno definito «peggio di niente». In un comunicato esprimono il timore che i rimedi proposti siano «discriminatori e facciano salire i costi per i rivali invece di risolvere il problema dei comportamenti anti-concorrenziali di Google». Anche i consumatori europei del Beuc criticano l’intesa: «Gli utenti avranno ora tre prodotti dei concorrenti accanto a quelli di Google, ma quello che non è stato detto è che queste tre posizioni saranno assegnate tramite asta, e quindi saranno avvantaggiati quelli con il maggior ricavo commerciale. Oltre a fornire Google un’altra fonte di reddito che si somma a quella di chi paga per essere classificato come servizio preferito».