Arianna Ravelli, Corriere della Sera 6/2/2014, 6 febbraio 2014
BALOTELLI RICONOSCE LA PATERNITÀ DI PIA «DOLCE BIMBA MIA»
MILANO — Non un vagito, ma un cinguettio. Pia Balotelli (a questo punto si può scrivere), nata il 5 dicembre 2012, è stata presentata al mondo ieri dal suo celebre padre, SuperMario con un tweet in inglese. «Finalmente la verità: Pia. Dolce bimba mia. Il tuo papà». L’attaccante del Milan si è sottoposto al test del Dna lunedì, i risultati definitivi non ci sono ancora, ma dalle prime analisi è già chiaro che la bambina avuta da Raffaella Fico è effettivamente sua figlia. Nonostante i consigli di aspettare l’ufficialità, Mario non ha resistito e ha subito voluto annunciare la sua gioia.
Resta viva, però, anche la rabbia visto che, subito dopo l’annuncio, Mario ha aggiunto un tweet destinato, si presume, alla ex («Il tempo perso a raccontare bugie su di me in tv e sui giornali a chi è servito? Ed a cosa?») e un altro (poi cancellato) per attaccare la conduttrice che aveva più trattato la vicenda: «E per favore qualcuno chiuda la bocca a Barbara D’Urso che è da due anni che spara c... senza sapere e conoscere...Com’è giusto che sia!». Infine, su un profilo Facebook gestito, se non da Balotelli, da qualcuno che gli sta molto vicino, compariva anche un messaggio destinato al fratello della Fico («Chiamami! Hai vinto tu»).
Come tutto il mondo sa, da un anno è in corso una tormentata vicenda mediatica e legale che, ora, dopo il riconoscimento, si poteva anche sperare fosse avviata alla conclusione. La fine vera sarà scritta a maggio, in Tribunale a Brescia, quando saranno stabiliti i doveri economici di Mario. La Fico (che aveva annunciato al già ex fidanzato di essere incinta alla vigilia della semifinale degli Europei) ha sostenuto in svariate interviste che Mario era un irresponsabile che si era sempre rifiutato di sottoporsi al test. SuperMario giura invece di aver sempre voluto fare il test, a patto però che la mamma si impegnasse alla riservatezza. Riservatezza che né Balotelli né la sua famiglia hanno visto garantita dal momento che la bimba è stata esibita su giornali e calendari. Tra l’altro, pare sia pronto anche un settimanale con le foto di Mario che entra nella clinica svizzera dove ha effettuato il test del Dna.
In attesa di trovare un accordo, Mario non ha mai visto la figlia, che ora ha un anno e due mesi, nonostante anche il c.t. Cesare Prandelli gli avesse consigliato di andare a trovarla. «Non potevo presentarmi senza essere sicuro di essere suo padre, perché i bambini non vanno delusi dagli adulti che poi spariscono. Io ne so qualcosa», la spiegazione che aveva dato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport , riferendosi all’abbandono vissuto da piccolo. Ora potrà recuperare il tempo perso. Il Milan gioca sabato a Napoli, la città della mamma: l’occasione perfetta per una visita immediata, ma difficilmente passerebbe inosservata, ammesso che qualcosa possa passare inosservato quando si è così famosi e social. Ma chissà che l’annuncio della paternità non si trasformi in un messaggio di distensione verso il mondo (proprio a Napoli, dopo la partita della nazionale Mario aveva litigato con dei tifosi). Al Milan lo sperano, convinti che questa assunzione di responsabilità sia un momento importante nella crescita di Mario. A Milanello ora c’è uno psicologo, Bruno De Michelis, che può aiutare. «Sweet child O’ mine», ha scritto ieri Balo. La canzone dei Guns N’ Roses fino a poco fa accompagnava la discesa in campo a San Siro. Niente di più bello ora che sussurrarla alla propria figlia. In privato.