Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 06 Giovedì calendario

I CERVI E GLI ORSI NELLE CITTÀ USA


Negli Stati Uniti è allarme cervi e orsi. Gli animali selvatici invadono le grandi città, a cominciare da Washington. Sono in cerca di cibo e possono diventare pericolosi. Così le autorità, per bloccarne la riproduzione, hanno decretato che a occuparsene siano i cacciatori.
Una strategia che non piace affatto agli ecologisti, che stanno cercando di contrastarla in tutti i modi.
Nel cuore della capitale americana i cervi sono diventati una presenza abituale nel parco Rock Creek. La contromisura è stata quella di mobilitare i cecchini per abbatterli nelle ore notturne, quando la struttura è chiusa. Essi hanno tempo fino a fine marzo per eliminare un centinaio di esemplari.
Ma gli ambientalisti non se ne stanno con le mani in mano. L’anno scorso erano riusciti a limitare la caccia portando i ranger del parco nazionale in tribunale. Le loro richieste sono state rigettate, ma hanno comunque guadagnato tempo e i tiratori sono riusciti ad abbattere non più di 20 cerve. Ora gli amanti degli animali hanno dovuto seguire un’altra strada, quella del contrasto pacifico. Gli attivisti si appostano di notte nel parco, armati di fischietto e, quando i cecchini si avvicinano alle prede, soffiano a più non posso per far scappare i frequentatori a quattro zampe.
Gli ecologisti parlano di esecuzioni sommarie e preferirebbero modalità diverse: contraccezione e sterilizzazione. Secondo la biologa Stephanie Boyles Griffin, della Human Society che protegge gli animali, si è rubato loro il terreno: c’è invece un dovere morale di raggiungere una coesistenza pacifica con l’uomo.
Nel frattempo, al di là delle idee differenti, il dato di fatto è che la popolazione animale continua ad aumentare. Il National Park Service ha parlato della presenza di 400 cervi della Virginia nel parco di Washington, con una media di 31 per chilometro quadrato. La situazione è simile un po’ ovunque negli States. Negli anni 1940 i cervi dalla coda bianca erano nell’ordine delle centinaia di migliaia, mentre oggigiorno le stime parlano di circa 32 milioni di esemplari. Le cerve, in particolare, sono sempre meno selvatiche: mangiano l’erba nei giardini, rischiano di trasmettere malattie e provocano incidenti automobilistici.
Ma anche altre specie animali si sono rifatte vive e girano per le periferie delle città: i castori hanno invaso Redmond, dove ha sede Microsoft, tagliando gli alberi per procurarsi la legna con la quale costruire le dighe. Poi c’è l’orso bruno: nel New Jersey si è recentemente svolta la quarta partita di caccia. Nell’area a cavallo tra New York e Philadelphia questi animali sono diventati 3.500 rispetto ai 50 degli anni 1970.
A favorire la loro diffusione sono vari fattori: l’arresto della deforestazione, poiché gli abitanti hanno smesso di utilizzare la legna per il riscaldamento domestico, e l’espansione delle periferie residenziali, che offrono percorsi naturalistici ma anche alberi da frutta e cesti dell’immondizia da cui prelevare il cibo. Così gli orsi fanno la loro comparsa a Miami così come a Los Angeles.