Valerio Palmieri, Chi 5/2/2014, 5 febbraio 2014
GIUSY FERRERI SONO TORNATA E GRAFFIO
MILANO FEBBRAIO
I capelli rasati su un lato, pantaloni in pelle nera, sguardo luminoso, Giusy Ferreri posa cinque ore di seguito per il fotografo di “Chi” con stoica resistenza, e scoppia a ridere per una battuta sull’amore (che leggerete più avanti) fino alle lacrime, facendosi colare il trucco. «È difficile vedermi piangere, ma quando rido faccio più danni», scherza.
Fra tanti volti che popoleranno il palco di Sanremo abbiamo scelto il suo, quello della ragazza inquieta e ribelle lanciata da X Factor che ha saputo uscire dal gruppo.
Domanda. Dov’è finita negli ultimi due anni?
Risposta. «Non mi sono fatta vedere per scelta, ho vissuto troppo in fretta l’inizio della mia camera e volevo staccare per cercare spunti creativi e rivedere le cose secondo sfumature differenti, ultimamente si parla molto di sfumature (ride, ndr)».
D. Che cos’ha fatto?
R. «Sono andata prima a Los Angeles a lavorare con Linda Perry e poi a Londra da Yoad Nevo, un produttore israeliano. “Hai una voce particolare, ma un repertorio tradizionale”, ha detto. E ho capito che cercava di leggere la mia anima, al contrario di tanti produttori in Italia che sono molto più protagonisti degli artisti».
D. A Sanremo, però, porta due brani pop scritti da Roberto Casalino, già autore per lei di Non ti scordar mai di me e Novembre.
R. «Si è tenuto conto del fatto che sono stata ferma tanto ed era giusto puntare anche a un pubblico più ampio, come quello del Festival. Ti porto a cena con me ha atmosfere molto intime, L’amore possiede il bene sprigiona grande energia. Il testo dice che, quando un rapporto sentimentale finisce, le persone si rispettano e si vogliono bene...».
D. Lei è d’accordo? Dal modo in cui lo dice non si direbbe.
R. «Quando finisce l’amore io ammazzerei (ride, ndr), ma questa è una canzone positiva, non potevo cambiarle il senso».
D. Quest’anno a Sanremo non ci sono cantanti che provengono dai talent show, cosa pensa di questa scelta artistica?
D. «Io e Noemi siamo uscite da un talent».
D. Vi hanno scelte anche per quello che avete fatto dopo.
D. «Mi fa molto piacere ma il percorso è partito da B, ringrazio i talent che danno opportunità ai giovani artisti. Anche se poi, per me, quello bello e genuino è X Factor, per gli altri non ho mai simpatizzato».
D. È giusto che il vincitore di X Factor vada direttamente fra i big del Festival?
R. «Non ho condiviso che Chiara Galiazzo, l’anno scorso, sia andata subito a Sanremo. Il passaggio diretto è eccessivo, dal mio punto di vista non era una sua esigenza. Artisti di talento come lei andrebbero protetti, fatti crescere con i tempi giusti».
D. È vero che doveva fare il giudice in un talent?
D. «Sì, me l’hanno proposto due volte, ma non mi sembrava il momento, visto il percorso che sto facendo: mi piacerebbe farlo dopo 10 anni di carriera per concentrarmi su quello, scoprire nuovi talenti da produrre, aiutarli a realizzare i loro sogni, come ha fatto Tiziano Ferro con me».
D. A X Factor vinse un contratto con la Sony, ma quando Rudy Zerbi lasciò la casa discografica di cui era presidente, lei disse: “Meno male”.
R. «Quando, nel 2009, decisero di farmi pubblicare un album di cover (brani di artisti celebri, ndr), non ero contenta. Sapendo che Zerbi aveva quel ruolo, ho indirizzato la mia critica a lui. Sicuramente ho sbagliato a esprimermi in quel modo, a fare il suo nome».
D. Diciamo che lei ha un rapporto conflittuale con l’autorità.
D. «Cerco di difendere la mia parte, ma so che i discografici con cui lavoro hanno seguito grandi star e sanno quello che fanno, non è che la musica si chiude in me. Avevo solo l’esigenza personale di avere attenzioni più mirate».
D. Le chiedono ancora dei suoi inizi come cassiera all’Esselunga?
R. «Vado fiera di quella scelta che mi ha permesso di seguire le mie passioni nel tempo libero, in Italia si pensa che uno nasca già attore o cantante».
D. La canzone che l’ha lanciata, Non ti scordar mai di me, è stata usata per lo spot di un’altra catena di supermercati.
R. «È una cosa che non mi è piaciuta. Arrivo da Esselunga, ho avuto grande stima e grande sostegno da parte di Bernardo Caprotti (il fondatore di Esselunga, ndr), quindi non ho apprezzato che una mia canzone venisse associata ad altri. Sto ancora cercando di capire come mai è accaduto, nessuno me l’ha chiesto, ma la questione è in mano ai legali».
D. Ha un look dark, cupo, sexy: Eros e Thanatos vanno a braccetto?
R. «Non saprei, non ho ancora pensato a questa cosa, lo scelgo perché mi piace. Ma perché, vuole sapere se sono una che a letto mena? (ride, ndr)».
D. Non ci permetteremmo, ma nel rapporto di coppia è lei quella forte?
R. «Credo che ci debba essere un giusto equilibrio, non mi piace sottomettere né essere sottomessa».
D. Le piace fare la “donna”, ricevere fiori o farsi aprire la portiera dell’auto?
R. «No, queste cose non le apprezzo, anzi, mi incazzo se mi mandano i fiori, trovo siano carinerie di contorno, la mia personalità non ha bisogno di questo».
D. Disse che a 34 anni avrebbe avuto un figlio.
R. «Più vado avanti e meno ci penso, non è ancora arrivato l’istinto materno. Però, come ho detto in passato, mi piacerebbe adottare dei figli. Non so se averne dei miei, ma sull’adozione ci avevo già fatto un pensierino, anche prima di questa relazione (con Andrea, il fidanzato storico, ndr)».
D. Sembra molto educata, ma dice che ogni tanto fa la pazza, si arrabbia e strilla: che cosa la fa arrabbiare?
R. «La falsità, l’ipocrisia, l’incoerenza, la mancanza di rispetto. Allora tiro fuori le unghie: perché sprecare la voce? Quella serve per cantare (ride, ndr)».
D. In uno dei brani di Sanremo, Ti porto a cena con me, canta: “La verità è che mi sento morire dentro”. L’ha mai pensato?
R. «Sì, mi capita spesso, nel senso che il mio approccio alla vita è questo, mi sento sempre un po’ fuori luogo».
D. Suo padre è stato male e lei gli è sempre vicina. Come affronta questo Sanremo?
R. «Quello che è successo mi sta distaccando, avrei vissuto il Festival con forte energia e voglia di fare perché, effettivamente, era il momento per me di affrontare un ritorno importante. Ma adesso la testa non è molto concentrata, lo vivrò di passaggio. Solo sul palco mi trasformo: quando parte la musica entro in un’altra dimensione».