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 2014  febbraio 05 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PEDOFILIA, L’ONU CONTRO IL VATICANO


REPUBBLICA.IT
CITTA’ DEL VATICANO - Pesante atto d’accusa della commissione Onu per i diritti dei minori nei confronti del Vaticano a proposito dei preti pedofili. In un durissimo rapporto, l’organismo delle Nazioni Unite denuncia le politiche della Santa Sede che hanno permesso a religiosi di abusare sessualmente di decine di migliaia di bambini e ragazzi. E chiede "l’immediata rimozione" dei responsabili di quegli atti, che dovrebbero essere "consegnati" alle autorità civili, oltre all’apertura degli archivi sui pedofili e sugli uomini di chiesa che hanno coperto i loro crimini. Il Vaticano ha violato la convenzione per i diritti dei minori, ha detto il presidente del Comitato Onu per i diritti dei bimbi Kristen Sandberg, rispondendo alla domanda se il dossier presentato oggi mostra che sia stata violata la convenzione. "La mia semplice risposta è sì, perché non hanno fatto tutto quello che avrebbero dovuto". La commissione critica il Vaticano anche per le sue posizioni sull’omosessualità, la contraccezione e l’aborto.

La replica della Santa Sede. Non si è fatta attendere la reazione della Santa Sede che in una nota ha fatto sapere che "prende atto" delle osservazioni conclusive dell’Onu e ribadisce il proprio "impegno a difesa dei diritti del fanciullo", ma esprime rincrescimento per il "tentativo di interferire nell’insegnamento della chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa". Poco dopo sulla questione interviene direttamente il segretario di Stato monsignor Pietro Parolin: "Questo rapporto bisogna studiarlo. La Santa Sede si riserva di rispondere dopo aver preso conoscenza e aver approfondito i rilievi fatti. Quindi una risposta ci sarà e sarà una risposta articolata da parte nostra non possiamo che ribadire la nostra volontà di adempiere alle esigenze della commissione e della convenzione. Il fatto che la Santa sede abbia aderito significa la sua volontà di adempiere a tutte le indicazioni della convenzione". E poi aggiunge: "Mi ha sorpreso un pò il fatto che si sia voluto entrare in temi che interferiscono con la dottrina cattolica soprattutto il tema dell’aborto".

"Sorpresa" di fronte alle Osservazioni fornite oggi a Ginevra dal Comitato Onu alla Santa Sede viene espressa dal mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede a Ginevra. In particolare Tomasi rileva che "il documento sembra quasi non essere aggiornato, tenendo conto di quello che negli ultimi anni" ha fatto la Santa Sede, con lo Stato Città del Vaticano e le conferenze episcopali. Mons. Tomasi avanza l’interpretazione che "le organizzazioni non governative, che hanno interessi sull’omosessualità, sul matrimonio gay e su altre questioni" "In qualche modo hanno rafforzato una linea ideologica".

Il rapporto. Il rapporto è stato redatto dopo un’indagine condotta il mese scorso con audizioni pubbliche di alti esponenti vaticani. Al centro di quelle audizioni l’applicazione della Convenzione Onu sui diritti del bambino. "La Commissione - si legge nel documento diffuso a Ginevra - è profondamente preoccupata che la Santa Sede non abbia riconosciuto l’estensione dei crimini commessi, che non abbia preso le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali sui bambini e per proteggerli e che abbia adottato politiche e pratiche che hanno condotto alla continuazione degli abusi ed all’impunità dei responsabili".

L’organismo Onu garante dei diritti dei minori ricorda in particolare lo scandalo irlandese delle "case Magdalene", istituti gestiti da suore in cui le ragazze facevano le lavandaie, in condizioni praticamente di schiavitù. Su posti del genere, sostiene il rapporto, il Vaticano dovrebbe indagare in modo che chi si è macchiato di crimini possa essere perseguito e che "un risarcimento adeguato possa essere pagato alle vittime e alle loro famiglie".

Nel rapporto si ricorda che i responsabili degli abusi sono stati spostati di parrocchia in parrocchia "in un tentativo di coprire questi crimini". E ancora: "A causa di un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica i casi di abuso sono stati anche difficilmente riferiti alle autorità giudiziarie nei Paesi in cui sono stati commessi".

Secondo l’organismo delle Nazioni Unite, poi, la commissione creata a dicembre da papa Francesco dovrebbe indagare su tutti i casi di abuso e "sulla condotta della gerarchia cattolica nell’affrontarli". La Santa Sede viene inoltre esortata a "valutare il numero di bambini nati da preti cattolici, scoprire chi sono e prendere tutte le misure necessarie per garantire i diritti di questi bambini a conoscere e ad essere curati dai loro padri".

Nelle audizioni di metà gennaio, la commissione aveva spinto i rappresentanti vaticani a rivelare l’ampiezza degli abusi su minori perpetrati per decenni da religiosi cattolici che papa Francesco ha definito "la vergogna della Chiesa". Rispondendo a domande del genere per la prima volta da quando lo scandalo scoppiò oltre 20 anni fa, la delegazione della Santa Sede aveva respinto le accuse relative alle coperture fornite ai pedofili e aveva sostenuto che erano state tracciate delle linee guida chiarissime per proteggere i minori. In quell’occasione i vertici vaticani presentarono un documento da cui risultava che in due anni papa Benedetto XVI aveva ridotto allo stato laicale 400 religiosi.