Paolo Calcagno, l’Unità 5/2/2014, 5 febbraio 2014
DANIELA VIRGILIO – «DARK LADY» COL FRUSTINO SUL SET E RAGAZZA ACQUA E SAPONE NELLA VITA
«AVEVO CONCLUSO DA MENO DI UN MESE I MIEI STUDI AL CENTRO SPERIMENTALE E NON AVREI MAI IMMAGINATO CHE MI SAREBBE CAPITATA UNA COSA SIMILE. Invece, è successo: appena 20 giorni dopo il diploma, ero già sul set della serie Romanzo criminale, di Stefano Sollima, e, come attrice, avveniva la mia nascita. Ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto al momento giusto, di incontrare il ruolo giusto, con dietro l’apparato e il gruppo giusto, dal regista allo sceneggiatore, dal costumista fino ai colleghi sul set».
Daniela Virgilio, 30 anni, racconta così l’incontro di 4 anni fa con il personaggio che l’ha imposta subito all’attenzione generale, del pubblico e degli addetti ai lavori, e che lei ha reso irresistibilmente «cult»: Patrizia, la magnetica prostituta di lusso, la «dark lady» dalle lingerie di cuoio, divisa tra il feroce Dandi e il vulnerabile commissario Scialoia. Per la Virgilio è stato successo immediato: alcuni film da primo passo autoriale (da Hypnosis a Workers) che hanno avuto più diffusione all’estero che in Italia, un paio di ruoli con registi affermati, come Paolo Genovese (Immaturi) e Carlo Vanzina (Ti presento un amico), la seconda serie del fortunato titolo di Sky, poi, in primo piano con il ruolo della perfida Sonia nella fiction in costume I segreti di Borgo Latici, di Alessandro Capone, in onda stasera su Canale 5, e il thriller VinoDentro, di Ferdinando Orgnani, acclamato al Noir in Festival di Courmayeur e in uscita a marzo.
Daniela, con apprezzabile modestia ha detto che Patrizia, per lei, è stato un colpo di fortuna, ma la buona sorte non basta: ci vuole impegno, ci vuole talento, quando si riesce a creare un personaggio così forte e affascinante. Le è rimasta simpatica Patrizia?
«Confesso di avere un debole per lei. Anche se Patrizia è un personaggio tosto, che mi ha dato tanti problemi: mi ha fatto dimagrire, mi ha rubato il sonno. L’idea di mostrarmi in baby-doll o in giarrettiere è stata traumatica, per me, che non mettevo la gonna nemmeno nelle cerimonie ufficiali e che ho fatto persino la Cresima in pantaloni. Lei era una seduttrice aggressiva, una prostituta col frustino, io invece sono timida, vado in giro struccata, sto con lo stesso ragazzo da tre anni. Ma, forse, sono stati proprio i miei timori e i miei pudori a convincere Sergio, il regista, che avrei potuto trovare le sfumature giuste per Patrizia. In fondo, tutti ci portiamo dentro i nostri mostri».
Nella vita reale e in quella d’attrice che cosa le ha dato Patrizia?
«Nella vita reale un sacco di problemi: quelli che mi riconoscono, o che lo sanno, pensano che io sia inarrivabile, che sia troppo rispetto a loro. Certe volte, vorrei dirgli “Ciao, piacere, mi chiamo Daniela, non Patrizia: sono meno bella e più sfigata di lei, sono più umana e più semplice di quello che credi”. Sul piano professionale, Patrizia mi ha appiccicato addosso l’etichetta della “dark lady”. Oramai, è diventata il minimo comun denominatore dei miei ruoli d’attrice. Anche Sonia, nella fiction di Canale 5, ha colori “dark”, anche lei è arrivista, calcolatrice, e usa il suo corpo per conquistare il potere. Nel film VinoDentro, che è una storia faustiana tinta di “giallo”, sono Margherita: anch’essa una donna fatale, una mangiatrice d’uomini».
Non sarà facile per lei, se mal lo volesse, uscire da questo filone sexy-noir In cui l’hanno incanalata.
«Non voglio mica fare l’escort per tutta la vita. Dico un sacco di no per evitare di ritrovarmi con personaggi tutti simili. Certo, se me lo chiedesse Scorsese, sarebbe diverso. Ma visto che Scorsese non mi chiama, preferisco cercare cose nuove. Siamo in tempo di “provini”, vediamo cosa salterà fuori. Voglio un ruolo struccato, anche drammaticissimo, che rinnovi il dualismo che mi porto dentro da quando faccio il mestiere d’attrice e che mi permetta di non farmi ricordare solo per il personaggio di Patrizia».
Ai prossimi Oscar per chi farà il tifo?
«Sono una fan sfegatata di Leonardo DiCaprio, ho visto tutti i suoi film: in The Wolf of Wall Street è straordinario, spero che vinca lui. Come attrice, punto sulla recitazione ricca di colori di Cate Blanchett in Blue Jasmine, di Woody Allen, anche se la mia attrice preferita è Kate Winslet. Eppoi, naturalmente, voto per La grande bellezza, di Paolo Sorrentino».
Quali sono i suoi film preferiti? E il regista?
«Senza dubbio penso a Sacco e Vanzetti, di Giuliano Montaldo. È il film che amo di più: mi colpisce al cuore ogni volta che lo vedo. Fra le serie-tv Lost, per me, è davanti a tutte. Il regista con cui vorrei lavorare, in realtà è una regista: Francesca Archibugi. Circa 4 anni fa, ho girato con lei uno spot pubblicitario sul progetto di un asilo e ho potuto apprezzare il suo modo di gestire il rapporto con gli attori. Svelo, infine, che la vera artista della famiglia è mia sorella minore Tiziana, che fa la costumista e la scenografa a Londra».