Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 5/2/2014, 5 febbraio 2014
LA TENDA DI PICASSO A RISCHIO SFRATTO
Il “Four Seasons” è da oltre mezzo secolo il ristorante più famoso di Manhattan, nelle sue sale hanno mangiato diverse generazioni di magnati, artisti, scrittori, uomini d’affari, stelle del cinema e dello sport. Non tutti sapevano (e sanno) che quella grande tela/tenda appesa nel corridoio d’ingresso, spesso degnata di poco meno di uno sguardo, era stata dipinta da uno dei più grandi pittori del secolo scorso, Pablo Picasso. Il 9 febbraio Le Tricorne verrà rimosso e qualcuno teme che possa essere irrimediabilmente rovinato. Il Four Seasons e l’arte sono un binomio che va avanti di pari passo dal lontano 1959, quando il ristorante venne aperto nel Seagram Building, il grattacielo di 38 piani a pochi passi da Park Avenue (99 East 52esima strada) disegnato da Mies van der Rohe e i cui interni furono disegnati dall’altrettanto celebre Philip Johnson. Per affrescare le pareti del ristorante venne chiamato Mark Rothko, ma la missione non andò a buon fine. L’artista, come lui stesso rivelò, voleva disegnare qualcosa che «rovinasse l’appetito di tutti i figli di puttana che avessero mangiato lì» e il suo lavoro finì poi alla Tate Gallery di Londra e alla National Gallery di Washington. La grande tela/tenda di Picasso, dipinta nel 1919 per i Balletti Russi e acquistata da Phyllis Lambert (figlia del proprietario del Seagram) venne invece sistemata nel corridoio tra la Grill Room e la Pool Room. E lì rimase per 55 anni.
La decisione della RFR Holding (la società immobiliare che possiede oggi il Seagram) di rimuovere Le Tricorne ha messo in allarme la New York Landmarks Conservancy, oggi proprietaria dell’opera. Allarme che il New York Times ha rilanciato al grande pubblico con un lungo articolo in prima pagina. Secondo la RFR rimuovere il grande arazzo di Picasso è assolutamente necessario. Secondo gli ingegneri che hanno controllato la struttura, la parete calcarea in cui la tela è bloccata rischia infatti di crollare ed ha bisogno di immediate riparazioni. Secondo Peg Breen, presidente della Conservancy, il vero pericolo per l’opera di Picasso arriva invece proprio dai possibili lavori di rimozione: «Uno degli stessi addetti alla rimozione mi ha rivelato che per quanto prudenti e attenti possano essere, l’opera è così fragile che potrebbe spaccarsi come una patatina fritta». La Breen sospetta anche che uno dei proprietari di RFR Holding non ami molto Picasso – «una persona che discuteva con lui si è sentito rispondere che l’opera è uno schmatte, una parola yiddish per “tappetaccio”» – e che voglia cogliere l’occasione per liberarsi per sempre dell’opera.
Il dirigente sotto accusa è Aby Rosen, uno dei collezionisti d’arte più importanti di New York, nonché presidente del New York State Council on the Arts. Noto anche per essere grande ammiratore di artisti come Damien Hirst e Jeff Koons, avrebbe rivelato ad alcuni amici che nel corridoio dove per oltre mezzo secolo c’è stato Le Tricorne, gli piacerebbe mettere opere contemporanee. L’ultima parola spetta comunque a lui. Le Tricorne non è considerato uno dei capolavori di Picasso, la sua grandezza ne riduce anche il prezzo. Nel 2008 quando la Conservancy lo fece stimare per questioni di assicurazione Christie’s lo ha valutato 1,6 milioni di dollari. Per Paul Goldberger, critico d’arte che scrive per Vanity Fair, la tela/tenda non può però essere considerata «alla stregua di qualsiasi altra tela appesa al muro, certamente non è interscambiabile. Il fatto che sia stata per decenni lì la rende parte dell’architettura del Four Seasons, anche se in senso strettamente tecnico non lo è».