Enrico Franceschini, la Repubblica 5/2/2014, 5 febbraio 2014
SERRA: CHIUDERE I PALAZZI DEL POTERE, I POLITICI IN PERIFERIA
«Come rimettere l’Italia sul binario giusto, creando posti di lavoro e facendo crescere l’economia». Per Tito Boeri, docente della Bocconi, non è un tema nuovo: ne scrive frequentemente, tra l’altro, su Repubblica. Ma a discuterlo con lui, rispondendo alle domande di Ferdinando Giugliano, giovane editorialista (italiano) del Financial Times, davanti all’Italian Society (in sostanza gli studenti italiani) della London School of Economics (Lse), più prestigiosa università di scienze politiche del mondo, c’è qualcuno che dà consigli e sostegno a Matteo Renzi: cioè Davide Serra, fondatore e presidente della Algebris Investments, società di investimenti londinese. La cui amicizia con il sindaco di Firenze fu usata da Bersani per attaccare Renzi all’epoca della primarie. Ma più di accuse che non sono comunque servite a fermare Renzi, ora è interessante sentire cosa dice Serra, di nuovo finito nelle polemiche per un commento sulla Electrolux, l’azienda che minaccia di lasciare l’Italia se gli operai non accettano drastici tagli al salario: «Una proposta razionale », l’ha definita su Twitter, «il costo del lavoro per l’azienda si triplica dopo gli oneri sociali, per salvare il lavoro deve abbassare del 40 per cento gli stipendi ».
Nel dibattito londinese, di “cinguettii” di questo tipo Serra ne lancia altri: come tante piccole provocazioni. «La competizione globale è una buona cosa, per me gli esseri umani sono tutti uguali, se in Africa chi guadagnava 1 dollaro ora ne guadagna 2 è positivo, ma inevitabilmente ciò toglie qualcosa a noi». E ancora: «Il problema dell’Italia non è il mercato del lavoro, è la competitività, non cresciamo da 20 anni, nessuno vuole investire da noi». Le leggi sul lavoro? «Troppo complesse, nessuno ci capisce niente, tranne gli avvocati». Gli avvocati? «Ce ne sono troppi, sono come un cancro, in Italia il 25 per cento degli studenti si iscrivono a legge, in Germania sono il 4 per cento, ci sono più avvocati a Milano che in tutta la Francia». La sanità? «Il Lazio ha gli stessi abitanti della Lombardia, ma spende il doppio per la sanità pubblica, io li obbligherei a spendere la stessa cifra della Lombardia». I politici? «Li manderei a lavorare in un palazzo a Fiumicino, in periferia, e venderei i palazzi che ci sono in centro, a Roma come in ogni città d’Italia». Renzi? «Lo appoggio intanto perché è giovane, per cui non ha avuto il tempo di rubare come le generazioni che lo hanno preceduto, e poi perché come sindaco di Firenze ha ridotto tasse e spese. È la migliore chance di successo che ha il nostro paese oggi, è chiaro che se ridiamo le chiavi a chi ci ha portato al collasso negli ultimi vent’anni, le cose potranno solo peggiorare».