Glauco Maggi, Libero 5/2/2014, 5 febbraio 2014
IL RITORNO DELL’EROINA NEGLI USA COSTA SOLO SEI DOLLARI A DOSE
La morte per overdose di eroina del premio Oscar Philip Seymour Hoffman ha risvegliato nella stampa un interesse sul flagello di questa “vecchia” droga, che era passato largamente non indagato dai giornali negli ultimi anni. Eppure, che l’eroina fosse tornata alla grande tra gli stupefacenti letali era un fatto noto da qualche tempo agli addetti ai lavori. E non solo a New York ma in tutto il Paese. Negli Stati Uniti, il numero degli utilizzatori è balzato dell’80% in cinque anni, dicono le stime della Amministrazione dei Servizi per la Salute Mentale e l’Abuso di Sostanze, passando dai 373mila del 2007 ai 669mila del 2012. La controprova del trend sta nelle crescenti azioni repressive della polizia. Negli ultimi quattro anni, secondo l’agenzia governativa DEA (Drug Enforcement Administration), i sequestri di eroina sono cresciuti del 67% nello stato di New York, e nel 2013 l’agenzia ha trovato e tolto dal mercato ben 144 kilogramni, il 20% di quanto ha sequestrato a livello nazionale, per un valore totale di circa 43 milioni di dollari. Nella sola settimana scorsa, nel Bronx, un’operazione di polizia ha scoperto 16 chili di eroina e centinaia di migliaia di sacchetti di plastica con la scritta NFL (riferimento al SuperBowl organizzato dalla National Football League), ha scritto il New York Times. In città, dal 2010 al 2012, le morti per eroina sono aumentate dell’84% a 382, secondo statistiche del Ministero della Salute.
Il ritorno alla droga più micidiale è dovuto, dicono gli esperti, a due fattori principali, probabilmente connessi: un crescente flusso dall’America Latina che si combina con la aggressiva lotta delle autorità americane per stroncare il mercato dei farmaci a base di oppio, prescritti da medici collusi, la cui diffusione era cresciuta moltissimo. La DEA ha riferito che il volume di eroina sequestrata al confine sud-occidentale con il Messico è cresciuta del 232% dal 2008 al 2012, quando il “bottino” è stato di 1855 kilogrammi.
La rarefazione di Oxicontin (il brand della famiglia degli antidolorifici che danno assuefazione, Oxicodone) ha spinto alla riscoperta delle fiale in voga dagli Anni Sessanta fino agli inizi degli Anni Ottanta, fenomeno che al tempo era soprattutto urbano. Oggi si parla di epidemia nazionale, con la penetrazione dello spaccio nelle aree rurali e nei sobborghi. Anche perché l’eroina costa ormai una frazione (sei dollari a dose) del prezzo delle pillole “clandestine” antidolore, come ha raccontato alla CNN la polizia di Delray Beach, in Florida.
Riporta il Wall Street Journal che alla riunione del mese scorso presso l’Istituto Nazionale sull’Abuso delle Droghe, secondo l’epidemiologo James Hall della università Nova Southeastern di Miami, 17 su 20 ricercatori da tutte le regioni hanno testimoniato che è l’eroina oggi il loro maggior problema.
Le morti annuali attribuite a questa droga nel 2010 sono state 3094, un incremento del 55% dal 2000, ha rivelato il Centro governativo per il Controllo e la Prevenzione delle malattie, citando un particolare inquietante: l’età dei drogati di eroina è sempre più verde, con la media di chi prova il primo buco scesa a sotto il 15esimo compleanno. A rendere ancora più pericolosa l’assunzione di eroina in questo periodo è il tipo di “taglio” praticato dai produttori. I consumatori finali hanno ora infatti una merce che può essere molto più pura, sostiene l’agente speciale della DEA per New York James Hunt, di quella che finiva nelle strade negli Anni Ottanta. Allora la dose poteva essere pura per il 5%, mentre ora non è raro trovarne con purezza del 50%, il che la rende potenzialmente più letale. Recentemente si è diffusa la combinazione di eroina con altre droghe, per esempio l’oppiaceo sintetico fentanyl. Questo mix sarebbe la causa di 59 morti negli ultimi mesi nel Nord Est, di cui 37 in Maryland e 22 in Pennsylvania. «Pensano di comprare regolare eroina da strada», ha detto al WSJ Thomas Carr, direttore dell’Area Baltimora-Washington per il Traffico Intenso di Droghe, «invece quello che hanno è qualcosa che potrebbe ammazzare un cavallo».