Simone Paliaga, Libero 5/2/2014, 5 febbraio 2014
BERLINO PIANGE A VANVERA SUGLI AIUTI DI STATO MA HA FATTO DI TUTTO PER AIUTARE LUFTHANSA
La posizione ufficiale del governo sulla trattativa Alitalia-Etihad e sulle presunte violazioni comunitarie arriverà oggi nel corso del question time, con il ministro Maurizio Lupi chiamato dal Pd a illustrare «le linee della possibile partnership finanziaria e industriale». Già ieri comunque fonti comunitarie hanno fatto sapere che le obiezioni di Lufthansa, secondo cui l’ingresso del fondo sovrano degli Emirati arabi costituirebbe un aiuto di Stato, non trovano molti riscontri nella normativa comunitaria. L’arti colo 107 del Trattato, che regola la materia, parla infatti di «aiuti di Stato da parte di uno Stato membro della Ue», quindi non Paesi terzi. Altro discorso sull’aumento di capitale, sul quale l’Europa ha fatto sapere che vigilerà.
Tornando ai tedeschi, la stessa Lufthansa, quando in ballo c’erano gli interessi teutonici, non si è mai fatta troppi problemi a chiedere l’appoggio dello Stato. Basta guardare quello che successe nel 1990, quando le rotte dell’aria avevano scatenato gli appetiti del governo della Germania Occidentale. All’orizzonte c’era l’unifica zione, l’abbraccio con i cugini separati della Germania dell’Est. Ma soprattutto il controllo dei cieli. Ad assicurarlo ci avrebbe pensato Lufthansa grazie all’acquisto della potente compagnia aerea di bandiera della DDR, la Interflug. Quegli anni, come ha raccontato con puntiglio Vladimiro Giacchè in Anschluss (Imprimatur), i grandi affari hanno riempito le tasche di molti dirigenti tedeschi ma soprattutto hanno permesso alla Germania di porsi in posizione egemonica in Europa. E Lufthansa da questo ha ricavato vari vantaggi di cui oggi vediamo le conseguenze.
Quando nel 1990 si devono negoziare le modalità di unificazione, che in realtà assume i tratti di un’annessione a spese della Germania dell’Est, Interflug è appetibile. Non solo perché le sue casse maturano nel primo semestre un utile di 100 milioni (peggiorato poi in seguito alla prima Guerra del Golfo) ma soprattutto per l’importanza strategica dell’aeroporto di Schönfeld nei pressi di Berlino.
Così Lufthansa (al 51% di proprietà statale) si fa avanti accaparrandosi il 26% della compagnia con lo scopo di controllare i suoi hub e le sue rotte. L’antitrust tedesco però intravede qualcosa di poco chiaro e avanza alcune obiezioni: l’acquisizione avrebbe consegnato nelle mani della compagnia di Francoforte il monopolio delle linee aeree sui cieli tedeschi. Tuttavia il suo rimane solo un parere che spetta al governo ratificare.
A intralciare i piani di acquisizione di Interflug ci pensa però, nel maggio dello stesso anno, British Airways che avanza una proposta di acquisto. Agli inglesi si accoda un consorzio formato dalle linee aeree irlandesi Air Lingus, la Creditanstalt austriaca e l’asia tica Cathay Pacific. E da ultima giunge l’americana Wimco International.
A scoraggiare la libertà di mercato irrompe la Treuhandstalt, la società statale che doveva assicurare la transizione di molte aziende nelle braccia della Germania occidentale. British Airways sbotta e chiede un arbitrato a Bruxelles per ostacolo alla concorrenza. Con l’unificazione monetaria dell’anno successivo però i conti di Interflug peggiorano e così si cerca un liquidatore che consegni la compagnia e il suolo dell’aeroporto di Schönefeld nelle mani di Lufthansa. Il passaggio avverrà a fine aprile come aveva previsto qualche mese prima la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. A questo punto il monopolio sui cieli tedeschi e sulle piste d’atterraggio della Germania è garantito, e senza spendere un marco. A giocare un ruolo definitivo era stato Helmuth Kohl e il governo tedesco ben felice allora di mettere in soffitta gli oggi osannati principi della libera concorrenza per difendere il suo interesse nazionale.
Mentre Lufthansa sbraita, intanto, prosegue la trattativa tra azienda e sindacati. Ieri, dopo tre ore di riunione, Gabriele Del Torchio si è detto ottimista. «Continuiamo a lavorare ad una soluzione che sono convinto arriverà presto», ha detto l’ad di Alitalia, «credo ci sia la disponibilità da parte di tutti ad andare avanti rapidamente e di chiudere in settimana». Serratissima la tabella di marcia. Oggi, probabilmente nel tardo pomeriggio, è previsto un nuovo appuntamento.