Paolo Levi, La Stampa 5/2/2014, 5 febbraio 2014
LA NUOVA CANNABIS SI CHIAMA ORTENSIA
Non è la vendetta di un vicino di casa. E nemmeno un romantico fidanzato che ruba fiori per l’innamorata. Dopo i primi episodi in Germania si va moltiplicando anche in Francia il furto di ortensie, le piante originarie della Cina e del Giappone che oltre ad essere note per il loro aspetto ornamentale avrebbero un’altra caratteristica: procurare effetti simili a quelli della marijuana.
«Attenzione: fumare l’ortensia è estremamente tossico per la salute e può provocare l’asfissia», ha avvertito la Gendarmerie Nationale, dopo che nella regione del Nord-Pas-de-Calais, diversi villaggi della zona di Hucqueliers, vicino a Boulogne-sur-Mer, sono rimasti vittime di una misteriosa serie di furti, con almeno venti denunce per furto di Hydrangea macrophylla, questo il nome scientifico della pianta, ribattezzata ortensia nel ’700 dal naturalista francese Philibert Commerson.
Tornando al 2014, resta da capire se quelli del Nord della Francia siano casi isolati o attribuibili a un’unica «gang delle ortensie», come scrivono i media francesi. Una cosa è praticamente certa. Chi agisce non lo fa per decorare il giardino di casa, ma per ottenere un prodotto simile alla cannabis, mescolando i petali con le foglie di tabacco. Insomma, uno spinello low cost e senza conseguenze penali. Anche se i rischi legati alla salute sono altissimi.
Secondo gli specialisti, fumarsi l’Hydrangea Macrophylla può rivelarsi pericoloso, se non letale, con il possibile blocco del sistema respiratorio e del sistema nervoso. Peggio ancora, se assunte in dosi elevate, le sostanze psicoattive della pianta si trasformano in Zyklon B., il gas mortale usato dai nazisti. Meglio allora fare come i giapponesi, che con i fusti d’ortensia producono eleganti bastoni da passeggio e pipe, e con l’Hydrangea serrata, l’unica specie non velenosa, preparano un’antica bevanda chiamata «Amacha», anche detta «tè di Buddha».