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 2014  febbraio 03 Lunedì calendario

DAGOANALISI


Per un Paese che punta da anni sugli scambi commerciali con Russia e Iran, i "piccoli" problemi sul fronte dei diritti civili in Qatar ed Emirati Arabi Uniti non saranno certo un grande ostacolo.

Ed è anche vero che per Enrico Letta, criticato dalle organizzazioni Glbt per la sua intenzione di partecipare ai Giochi invernali di Sochi a fianco del super-omofobo Putin, le chance di presenziare all’inaugurazione dei Mondiali di calcio in Qatar come premier italiano non sono esattamente altissime.
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La manifestazione è prevista per il 2022 e magari per l’epoca il Qatar non sarà più uno dei pochi paesi al mondo dove l’omosessualità è reato. Oggi quello che conta è "attrarre capitali freschi" in Italia, come ripete la vulgata di Palazzo. E quando c’è da evitare il crac di Alitalia, o tamponare i conti pubblici con qualche vendita di Stato, non è che si possa star tanto a sottilizzare.

Dal viaggio in Medio Oriente, Lettanipote torna con la speranza di un promettente bottino. Da Abu Dhabi dovrebbero arrivare capitali freschi per Alitalia, con la trattativa ormai sbloccata per un accordo con la compagnia Etihad. "Alla faccia di Lufthansa, che sperava in un fallimento, e dei francesi di Airfrance che aspettavano un regalo a costo zero", come riassume senza inutili diplomazie un diplomatico italiano che ha seguito il dossier.
ENRICO LETTA DOHA EMIROENRICO LETTA DOHA EMIRO

Dal Qatar, invece, si registra il forte interesse per l’acquisto di pacchetti azionari in Poste, Eni (4%) e Fincantieri. Oltre al fatto che decine di imprese italiane sognano di costruire stadi e strade per i Mondiali.
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Se si guarda ai nostri "nuovi amici" nel Golfo, però, bisogna avere anche l’onestà di ricordare che sotto la loro miracolosa liquidità non c’è solo il petrolio. La monarchia assoluta del Qatar, che per due terzi "ospita" immigrati sottopagati e peggio tutelati, non ce l’ha solo con i gay, ma è da anni nel mirino delle chiese cristiane per come rende la vita quasi impossibile all’esercizio del culto (il proselitismo, poi, è vietato per legge).
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Mentre è criticata pesantemente delle organizzazioni internazionali che si battono a difesa dei diritti civili per il trattamento dei lavoratori stranieri (oltre un milione), sostanzialmente ridotti in schiavitù dai padroni, "sponsor" per legge del loro ingresso nel paese. Non è un caso che i grossi affari stretti negli anni scorsi dall’ex presidente Nicholas Sarkozy con il Qatar (gli emiri si sono presi anche il Paris Saint Germain) abbiano suscitato in Francia alcune dure campagne di stampa. In Italia è lecito dubitare che possa avvenire la stessa cosa, visto che ormai siamo uno Stato di necessità.
Arabo - Emirati Arabi - DubaiArabo - Emirati Arabi - DubaiEMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al ThaniEMIRO DEL QATAR Tamim ben Hamad Al Thani

Non molto diversa la situazione negli Emirati, dove dietro la scintillante ricchezza di città come Dubai, c’è un potente sfruttamento di immigrazione indiana e filippina con un dato che fa riflettere: soltanto il 25% degli abitanti ha la cittadinanza, ovvero pieni diritti.

In questo caso "pieni diritti" è comunque un’espressione che fa sorridere, visto che si tratta di una confederazione di monarchie ereditarie. Stessa situazione ad Abu Dhabi, con partiti al bando e un simulacro di Parlamento di recente introduzione. Ma anche qui la montagna di liquidità in arrivo dalla vendita di petrolio e gas naturale è enorme e - per restare all’Italia - il fondo sovrano Aabar ha già in mano il 6,5% di Unicredit, dove si fa rappresentare da Luca Cordero di Montezemolo. Alla vigilia dell’operazione Alitalia non c’è comunque neppure tanto da sottilizzare sul fatto che gli Emirati arabi siano nella black list internazionale dei paradisi fiscali.
elisabetta regina emiratielisabetta regina emirati

Entrambi i paesi, infine, hanno rigide norme religiose da rispettare in pubblico, anche se poi in privato i costumi sono assai più tolleranti. E il fatto che non siano disturbati dalla violenza dell’integralismo islamico fa ritenere a molti diplomatici occidentali che qualche "flusso di denaro" inconfessabile ci sia eccome, giustificato dall’esigenza di non turbare i ricchi affari con l’Ovest.