Dagospia 3/2/2014, 3 febbraio 2014
Dal caymano della finanza offshore, David Serra, al bocconiano Francesco Giavazzi, dopo essersi laureato sul campo di Marte ingegnere istituzionale, Superbone Renzi s’è messo a studiare pure economia
Dal caymano della finanza offshore, David Serra, al bocconiano Francesco Giavazzi, dopo essersi laureato sul campo di Marte ingegnere istituzionale, Superbone Renzi s’è messo a studiare pure economia. Ne vedremmo delle belle. MATTEO RENZIMATTEO RENZI Nelle ultime settimane il leader del Pd, tornato (a tempo?) nelle simpatie di Eugenio Scalfari per motivi editoriali (difeso dall’attacco al sindaco di Firenze de "il Fatto") è andato a far visita a Milano al professor Francesco Tafazzi, in arte Giavazzi. Non è la prima volta che i due s’incontrano in gran segreto in vista del suo possibile lancio in direzione di palazzo Chigi. L’ex ingegnere del Politecnico, che da anni tiene cattedra (inascoltato) sulle colonne del Corrierone insieme al collega Alberto Alesina, è un noto e abituale frequentatore degli "odiati" Palazzi romani. Ma come un Giano bifronte di notte critica, accigliato quanto, magari (inascoltato), di giorno ha suggerito a ministri e premier. A dare ascolto al premio Nobel, Paul Krugman, esistono tre tipi di economisti in circolazione: gli economisti di professione di sinistra, gli economisti di professione di destra, gli economisti di destra di professione. MATTEO RENZI OSPITE DI DARIA BIGNARDIMATTEO RENZI OSPITE DI DARIA BIGNARDI "Allora - s’interroga Krugman - deve’esserci un quarto tipo, gli economisti di sinistra di professione. E invece no: non ci sono abbastanza soldi a sinistra, quindi non ci sono abbastanza pennivendoli pronti a dire qualsiasi cosa per compiacere il loro schieramento". Il professor Giavazzi appartiene di sicuro agli economisti (presunti) di sinistra. Tant’è che è autore con Alesina del volumetto "Il liberismo è di sinistra". DAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDADAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA Del resto il suo curriculum di boiardo part-time sta lì a dimostrarlo: dirigente del Tesoro (1992-1994); amministratore di Ina Assicurazioni e di Autogrill; vice presidente del Banco di Napoli (1998-2000) e consigliere sia del premier Massimo D’Alema sia del suo collega Mario Monti. Per un soffio, il casto Francesco (della Casta) si è visto bocciare (gli ex diccì Guzzetti &Palenzona) uno scranno nel board di quella Mediobanca che fu guidata anche dal suo suocero-banchiere, Cingano. DAVIDE SERRADAVIDE SERRA Allora, chissà se anche il nostro Tafazzi-Giavazzi - con oltre vent’anni di carriera nella pubblica amministrazione -, fa parte anche lui di quel "potere opaco" ("la Repubblica") o di quel "blocco burocratico-corporativo") denunciato sulle colonne del "Corriere della Sera" da Ernesto Galli Della Loggia. FRANCESCO GIAVAZZIFRANCESCO GIAVAZZI E se pure Mario Draghi, oggi alla guida della Banca centrale europea e candidato in pectore alla successione di Re Giorgio Napolitano al Quirinale, appartiene alla congrega del potere Forte&Opaco. Ah saperlo! Ps. Nei giorni scorsi l’ex governatore di Bankitalia ha incontrato a Roma, dove passa tutti i week-end, Enrico Letta. E al presidente del Consiglio Draghi ha spiegato che in caso di rimpasto governativo sarebbe un grosso errore rimuovere il responsabile del Tesoro, Fabrizio Saccomanni. alberto alesinaalberto alesina