Aldo Grasso, Corriere della Sera 4/2/2014, 4 febbraio 2014
BARBARA D’URSO E LE ASSOLUZIONI IN TV
È un’iperbole quella che sto per usare, in forma di paradosso: Silvio Berlusconi le elezioni le ha vinte e spera di vincerle ancora grazie a Barbara D’Urso. Altro che social network, altro che new media, è la pancia del Paese quella che va conquistata! E la D’Urso, in questa missione, è imbattibile.
Domenica pomeriggio — erano le 15.07, a Roma l’arbitro stava per sospendere la partita di calcio per la pioggia — si è seduto nel suo salotto di «Domenica Live» (Canale 5) Claudio Scajola, fresco di assoluzione sulla nota vicenda della casa romana acquistata «a sua insaputa». Scajola è stato assolto con formula piena perché il fatto non costituisce reato. Ma non era sufficiente il verdetto della magistratura, ci voleva anche quello della tv generalista.
È un’intervista esemplare che andrebbe studiata in tutte le scuole di giornalismo: le domande «staffetta» (quelle in cui si passa il testimone all’intervistato), il lato umano, il ricorso al principio d’autorità («il filmato del mio amico Antonio Ricci»), la vecchia foto del padre, la figlia… Assoluzione piena e doppia per Claudio Scajola.
Ma cosa avrebbe dovuto fare la magistratura? Si scopre che una casa, con affaccio sul Colosseo, è stata comprata con un consistente aiuto da parte dell’imprenditore Diego Anemone, che quella casa era stata suggerita da Angelo Balducci. Il minimo che potesse fare era indagare e scoprire poi che Scajola non era al corrente di quel traffico. Ma era suo dovere indagare, non un capriccio o un abuso. Per giunta, Balducci e Anemone sono a loro volta indagati per altri reati.
Ora la D’Urso ci ha consegnato l’immagine di uno Scajola ingenuo, sorpreso dal «mistero» (sono sue parole) degli assegni di Anemone, solo un po’ superficiale nel trattare l’acquisto di una casa, ma pronto per rientrare nell’agone politico.
Contenti per l’assoluzione, affascinati dalla bravura della D’Urso. In via iperbolica.