Francesco Semprini, La Stampa 4/2/2014, 4 febbraio 2014
VA IN PENSIONE IL BECCHINO DELLE CELEBRITÀ DI SLEEPY HOLLOW
In 55 anni di onorato servizio, di gente famosa - suo malgrado - ne ha seppellita parecchia. E, come lui stesso spiega, «quando inizi a commuoverti o a essere dispiaciuto per chi metti sotto terra, significa che è giunto il momento di lasciare». Era il 1959, quando Frank Drahos abbandona la scuola per intraprendere la carriera di becchino al cimitero della contea di Westchester, in una località chiamata Sleepy Hollow, antico possedimento olandese teatro di battaglia nella Guerra d’Indipendenza.
Allora il mestiere era praticato quasi esclusivamente con il badile e la dinamite per far saltare gli ammassi pietrosi, ma, nonostante l’arrivo degli escavatori, l’opera di Drahos ha continuato ad essere fondamentale, in particolare per scavare fosse più a misura per chi decide di farsi cremare. Cinquantacinque anni di servizio tra la vita e l’aldilà, attraverso mezzo secolo di storia in cui è cambiato il volto dall’America, dalla Guerra fredda a quella al terrorismo, passando per boom economici e terremoti finanziari. Del resto il «settore» non conosce crisi.
Anche se Drahos è stato un «agente funebre» particolare, visto che ha avuto il privilegio di seppellire molti personaggi importanti, tanto da essere definito il «becchino delle celebrità». Tra le fosse più famose che portano la sua firma c’è quella di Nelson Aldrich Rockefeller, 41° vicepresidente degli Usa durante l’amministrazione di Gerald Ford, tra 1974 e 1977, deceduto due anni dopo la fine dell’incarico e sistemato da Drahos nella tomba di famiglia adiacente al cimitero di Sleepy Hollow. La vanga del celebre becchino ha operato anche per Andrew Carnegie, Walter P. Chrysler, William Rockefeller, Elizabeth Arden, Samuel Gompers, Brook Astor e Washington Irving, durante i rigidi inverni che caratterizzano quella zona dello Stato di New York, come nelle cocenti estati, quando per trovare un po’ di refrigerio Frank si riparava all’ombra di qualche cripta dei vip.
Del resto Sleepy Hollow è tra le destinazioni predilette da personaggi ricchi e famosi che decidono di ritirarsi o di avere un posto tranquillo dove trascorrere un po’ di tempo. Come Leona Helmsley, la spietata donna d’affari newyorkese, ricca, anzi ricchissima, soprannominata «Queen of mean», la regina delle meschinità, sepolta con il marito in un mausoleo definito da vetrate colorate che riproducono lo skyline di Manhattan e dove spicca l’Empire State Building, per un periodo di proprietà della Helmsley. «Si è preso il posto migliore», spiega Drahos, indicando la collinetta dove è stata eretta la casa eterna di Leona.
Quella del becchino è una carriera già scritta nella storia di Frank, nato e cresciuto nella vicina Tarrytown, figlio di una famiglia di origine cecoslovacca, otto figli e un papà che a sua volta faceva il becchino. Il giovane trascorre l’adolescenza al cimitero, giocando con i fratelli e passando ore a leggere nomi, date e memoriali incisi sulle lapidi, quasi a voler riscrivere pagine di storia vissuta da altri. Fino a quando il passatempo si trasforma in mestiere e Frank inizia a scavare fosse col genitore: «Mio padre ha lavorato 48 anni ed io mi sono ripromesso che lo avrei superato - racconta - Così è stato». Così ha scritto la storia recente del cimitero di Sleepy Hollow, luogo quasi mitico che la storia stessa aveva già descritto nel 1820 con «La leggenda di Sleepy Hollow», racconto nato dalla penna di Washington Irving e contenuto in una raccolta di 34 narrazioni dal titolo «The Sketch Book of Geoffrey Crayon, Gent», realizzato quando l’autore si trovava a Birminghan, in Inghilterra. Un racconto di fantasmi e caccia alle streghe ambientato nel 1790 in una valle chiamata Sleepy Hollow, nell’insediamento olandese di Terry Town. Uno dei protagonisti è lo spettro di un cavaliere senza testa che rappresenta il fantasma di un militare tedesco arruolato dai britannici per combattere nella guerra del 1776 e decapitato da una cannonata. Un racconto che pervade tuttora l’immaginazione collettiva, tanto da essere rilanciato da una serie tv che ha riscosso grande successo. E da far diventare celebre il cimitero di Sleepy Hollow, dove è sepolto Irving, in una tomba modesta segnata da una lapide che porta i segni del tempo e delle intemperie, distante da quella che viene chiamata «Millionaire’s Row», la sezione dei ricchi.
«In realtà per chi fa il mio mestiere poco conta: in un modo o nell’altro tutti sotto terra finiamo», dice Drahos, che conosce perfettamente l’ubicazione di tutti gli inquilini del cimitero. Spiega che chi come lui lavora tra la vita e la morte deve mantenere un certo distacco e quando così non è si deve lasciare. «Chi meglio di un becchino può sapere che a tutto c’è una fine?», dice con la consueta ironia a sfondo lugubre. Così a 74 anni ha deciso di chiudere questo capitolo della sua vita e godersi un po’ la vita dedicandosi alla pesca, la sua passione, e alla donna con cui sta insieme da tempo. «Almeno cinque anni ancora me li posso godere - dice - poi quando sarà il momento ho già il mio posto pronto a Sleepy Hollow». La domanda è di rito: «Non le mancherà il suo mestiere?». Altrettanto la risposta: »Ditelo, mi volete far morire sul lavoro».