Flavio Vanetti, Corriere della Sera 3/2/2014, 3 febbraio 2014
NEVE COME ORO: GLI USA RINGRAZIANO UN MILIARDARIO
Vincere a Sochi o costruire un Bode Miller o una Lindsey Vonn può essere più semplice se trovi un miliardario che mette sul piatto qualcosa come 4,3 milioni di dollari per fare in modo che un comprensorio sciistico si trasformi (anche) in un centro di alta specializzazione destinato da un lato a preparare la missione olimpica e dall’altro a scovare i campioni del futuro. «E di qui un nuovo Bode o una nuova Lindsey prima o poi passeranno certamente, anche se Bode e Lindsey hanno alla base un talento che non può essere creato artificialmente», dice Sasha Rearick, capo di Us Ski Team all’arrivo della stupenda pista dove si lavora sull’alta velocità e dove è possibile tracciare due superG paralleli senza che gli atleti si disturbino. È un piccolo gioiello che avrà presto un «fratello»: all’insegna del vietato fermarsi, nascerà infatti pure un’area dedicata alle discipline tecniche. Come dire: una delle nazioni favorite non lascia nulla al caso per essere grande sia oggi sia domani.
Benvenuti a Copper Mountain, località che sarebbe stata come tante altre, nel cuore dei monti del Colorado, se otto anni fa non fossero spuntati il tycoon e un progetto «per sviluppare gli allenamenti della velocità in un periodo dell’anno, l’autunno, nel quale la neve adatta a discesa e superG può essere ‘fatta’ solo qui». Soldi e clima vanno a braccetto: la culla dei campioni del domani è in una zona secca e già fredda prima dell’inverno vero e proprio: la neve artificiale è perfetta e, soprattutto, resistente. Per incontrare questo piccolo bengodi dello sci si risale da Denver, si passa attraverso Idaho Springs, la cittadina dove cominciò una delle due famose corse all’oro dell’Ottocento e dove si conservano vestigia di quei tempi eroici, e in due ore scarse si raggiunge la località della contea di Summit nella quale l’oro di oggi è la neve. E dove gli americani hanno edificato una Coverciano dello sci che ospita pure gli stranieri. «Hanno trovato il modo di bilanciare le loro esigenze con l’abilità di far entrare i soldi nelle casse, senza crucciarsi se aiutano il ‘nemico’», spiega Alberto Senigagliesi, allenatore ed ex azzurro della discesa che ha convinto la Fisi a spostare il campo base della preparazione nordamericana dalla canadese Nakiska a questo resort che non ha l’appeal delle vicine Vail e Beaver Creek ma che unisce accoglienza, praticità e qualità delle strutture. Ancora Senigagliesi: «C’è una sola seggiovia per gli allenamenti veloci (il comprensorio ha 22 impianti di risalita, ndr ), ma è un fulmine: in appena 7 minuti porta dai 2.950 metri del centro di Copper ai 3.700 della vetta, dalla quale parte una enorme lingua bianca che si snoda tra i boschi e che permette di simulare discese libere da 1’40’’, con ripetizioni ravvicinate».
Casa e bottega. Le squadre sono ospitate in condomini subito a ridosso della pista, la vita è spartana — quasi tutti i team , per dire, si preparano spesso i pasti in casa, perché i buoni ristoranti non sono vicini — ma è anche l’ideale per concentrarsi. Gli americani lasciano alcuni spazi (a pagamento: però il prezzo è top secret) per le nazionali straniere, ma si tengono la prima scelta come orari e come criteri di lavoro. «Di solito le sedute sono da due ore e mezzo l’una — riprende Rearick —: ma la nostra esigenza è di far allenare anche tutte le squadre giovanili, per cui in certi momenti il centro è riservato a noi».
In un Paese smisurato, dove il reclutamento è sparpagliato e localizzato in posti come Park City (il baricentro della federazione), Sun Valley, o Lake Placid, il problema centrale è scegliere bene: «In Europa si impara a sciare fin da bambini; noi preferiamo prendere ragazzi un po’ meno giovani, portandoli però a fare subito le cose giuste. Selezioniamo, lavoriamo sulla qualità e usiamo come stimolo l’esempio dei nostri grandi campioni». Le medaglie di Sochi avranno le radici qui. A proposito: quante ne vincerete in Russia? Rearick sorride e passa sulla difensiva: «Nessun pronostico, ma un semplice concetto: il nostro segreto è lo spirito da grande famiglia che ci spinge». Oltre a un miliardario che ha sganciato 4,3 milioni di dollari.
Flavio Vanetti