Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 04 Martedì calendario

Vino per Sette - La Cina è il primo Paese al mondo per consumo di vino rosso: lo scorso anno sono stati acquistati 1

Vino per Sette - La Cina è il primo Paese al mondo per consumo di vino rosso: lo scorso anno sono stati acquistati 1.865 miliardi di bottiglie. La Francia ne consuma 150 milioni e l’Italia 141. Dal 2008 a oggi la crescita del consumo di vino rosso in Cina è stata del 136% (secondo le proiezioni entro il 2017 ci sarà un ulteriore aumento del 33,8%). E se per le etichette di lusso i cinesi si orientano verso Francia, Italia e Stati Uniti, ben l’80% del vino rosso consumato in Cina viene prodotto in loco. Secondo la rivista Wine Enthusiast, l’Italia ha ottenuto nel 2013 il record della produzione di vino, con più di 4,5 miliardi di metri cubi, superando la Francia che ne ha prodotti 4,39 miliardi. L’Italia è anche il primo Paese nelle esportazioni, e il primo verso gli Stati Uniti, con oltre 295 milioni di metri cubi di vino. Gli italiani consumano 51,48 litri di vino all’anno. Cinque anni fa erano a 55 litri. Due bicchieri di vino al giorno aiutano a ridurre il colesterolo Ldl e aumentare l’Hdl. Cedono polifenoli, in particolare resveratrolo, apprezzati per il loro potere antiossidante. Una ricerca ha dimostrato che un bicchiere di vino rosso aiuta a mantenere il seno tonico. Sembra che Cleopatra facesse impacchi di mosto per mantenere la pelle liscia ed elastica. All’inizio del Novecento alcuni medici consigliavano l’ampeloterapia (cura dell’uva) per sconfiggere stipsi, ipertensione, gotta e logorio fisico. Alcune cure enoterapiche: impacco caldo di lievito di vino e miele di gironda per combattere la cellulite e migliorare la circolazione; massaggio a base di acini freschi per idratare la pelle; massaggio energizzante a quattro mani con getti d’acqua surgiva a 32 gradi centigradi, olio di vinacciolo di uve bianche e olii essenziali. Molte dive di Hollywood ricorrono al vino come cura di bellezza. Jennifer Lopez: «Più dell’uva, trovo che a far bene sia proprio il vino, meglio se bianco. E naturalmente italiano. Anzi, toscano. Una vasca di buon vino bianco toscano è un toccasana per restare giovani e belle». Tra le appassionate di bagni nel vino, Julia Roberts: va pazza per le immersioni in quello bianco profumato. Un bicchiere fornisce circa 76 calorie. I primi degustatori di vino già nel Neolitico. I primi abili coltivatori di vite gli Egizi. I colonizzatori Egeo-micenei portatori della pianta in Italia meridionale. Gli Etruschi grandi estimatori. I Romani lo diffusero nel nord Europa (loro gli inventori delle botti di legno e delle bottiglie di vetro). Tra gli antichi Egizi solo i ricchi bevevano vino. Per sottomettere i popoli conquistati i Romani ricorrevano al vino. Usato anche come moneta di scambio, per comprare uno schiavo ai Galli ne bastava un’anfora. Tacito a proposito dei Germani: «Non sono altrettanto temperanti quando bevono, se si favorirà la loro tendenza all’ubriachezza, somministrando a loro quanto bramano, saranno sopraffatti da questo vizio altrettanto facilmente che dalle armi» (La Germania). Abitanti di Taiwan convinti che lo sterco di tigre possa combattere l’alcolismo: basta sciogliere una piccola dose di escrementi in polvere in un po’ di vino e somministrare la bevanda al paziente per far cessare la sua dipendenza dall’alcool. Il vino degli antichi era molto più denso. Per renderlo buono lo si allungava con acqua (sedici parti), miele e spezie. Nelle feste delle famiglie abbienti dell’antica Grecia non mancava mai il vino arricchito di hashish e mirra. A prepararlo, il responsabile della cerimonia, che dosava gli ingredienti a seconda del tipo di euforia che desiderava indurre. «Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all’interno della tenda» (Genesi). I ricchi romani versavano vino nelle vasche dei pesci per insaporirne le carni, facendoli morire ubriachi. Ius osculi, diritto di bacio, spettante ai parenti più stretti della donna romana per controllare che non contravvenisse al divieto di bere vino, pena la morte. Pena prevista in caso di accertata sottrazione delle chiavi della cantina, senza prova della violazione del divieto: ripudio. La temperatura del vino al momento di essere versato dev’essere sui 10/12 gradi per i bianchi e sui 18 gradi per i rossi. Ove il vino sia marsalato, ossidato o sappia di tappo, non si esiti a fare come Sylvester Stallone che una volta respinse in sequenza ben tre bottiglie di un celebre barbaresco perché a suo dire sapeva di tappo. I re inglesi hanno sempre avuto il culto del vino francese. Quando il piccolo Enrico si ammalò, suo padre, re Edoardo, ne fece aggiungere un gallone all’acqua del bagno del bambino. Saragat grande bevitore di vino fu soprannominato Alza Barbera. Se beveva troppo gli spuntava sul mento una specie di foruncolo rosso, una specie di segnale epatico che la figlia Tina subito notava. Tutte le volte che Giuseppe Parini rincasava tardi, scendeva in cantina e stappava una bottiglia di Tocai. Per Gioacchino Belli, un bicchiere di vino era una «consolazione da gustarsi a “fujette”», cioè di mezzo litro in mezzo litro. Per Leopardi il vino aiutava l’uomo a ridere. Manzoni, ne I Promessi Sposi, così descrive i galantuomini: «Coloro che bevono il vino senza criticarlo, che pagano il conto senza tirare, che se hanno una coltellata da consegnare vanno a farlo lontano dall’osteria». D’Annunzio era astemio e un giorno, a Pascoli che gli rimproverava i «troppi peccati mondani», rispose: «Preferisco rischiare l’osso del collo durante una caccia alla volpe piuttosto che passare le serate davanti a un fiasco di vino». A un certo punto della sua vita Nietzsche rinunciò del tutto agli alcolici: «Un bicchiere di vino o di birra è più che sufficiente a fare della mia vita una valle di lacrime». Hemingway si svegliava all’alba e metteva subito mano alla bottiglia di vino sul comodino, meglio se Valpolicella. Hemingway, in visita a Torcello, scrisse una filastrocca sul vino: «L’uomo è amico del fuoco. Il fuoco è amico dell’uomo. L’uomo è amico del cane. Il cane è amico dell’uomo. L’uomo è amico del vino, ma il vino non è amico dell’uomo».