Vittorio Sabadin, La Stampa 3/2/2014, 3 febbraio 2014
KIERON L’UNDICENNE CHE DIPINGE COME MONET
Kieron Williamson è uno dei più quotati pittori contemporanei. Le aste che organizza nella galleria di Ludham, nella contea di Norfolk in Gran Bretagna, non durano mai più di mezz’ora: i quadri vengono subito venduti tutti, con offerte che arrivano da ogni parte del mondo. Gli esperti dicono che le sue opere sembrano dipinte da Claude Monet, il padre dell’Impressionismo. E si è davvero impressionati guardandole, perché Kieron Williamson ha solo 11 anni. Il mercato dell’arte è sempre alla ricerca di nuovi fenomeni, che durano spesso poche stagioni e poi spariscono nel nulla, inseguiti dalle maledizioni di chi ha speso denaro sopravvalutandoli.
Ma tutti gli esperti inglesi sono concordi nel dire che Kieron è un vero strabiliante fenomeno, uno di quei bambini prodigio dotati di capacità che ancora non siamo in grado di spiegare, e che i suoi quadri giustificano in pieno il soprannome di Mini-Monet con il quale è ormai conosciuto.
Come tutti i «wonderkid», Kieron è un bambino normale, che ama il calcio, il fango, l’acqua e l’aria aperta. Nato nel 2002 a Holt, un paesino che si affaccia sulle gelide acque del Mare del Nord, non ha mostrato i segni del suo destino fino all’età di 6 anni, quando durante una vacanza in Cornovaglia chiese ai genitori un foglio di carta e matite colorate, e dipinse le barche in secca sulla spiaggia con la bassa marea.
Quel disegno, gelosamente conservato, sembra il prodotto di un qualunque bambino di quell’età, salvo che i colori, i particolari, le colline intorno e l’umore del cielo rivelano, a guardarli bene, qualcosa di più profondo.
Michelle e Keith, i suoi genitori, hanno avuto il merito di scoprire quel talento e di incoraggiarlo senza nessuna forzatura. Kieron ha sempre potuto fare quello che voleva: giocare con la playstation, seguire il calcio in tv, andare a trovare gli amici e anche iscriversi a un corso di acquerello per adulti. Si alzava all’alba e dipingeva prima di andare a scuola. Nel tempo libero usciva da casa e riproduceva il paesaggio intorno e poi ancora le marine della Cornovaglia, dove la famiglia andava sempre in vacanza. Il suo modo di usare i colori, prima l’acquerello e poi l’olio, ricordava le dissolvenze della forma di Turner, ma con il passare del tempo si avvicinava agli impressionisti e, di tutti gli impressionisti, a Claude Monet.
Alla prima mostra che i genitori gli hanno organizzato, nel 2009, i 16 dipinti sono stati venduti in 14 minuti per 18.200 sterline, circa 20 mila euro. Nel luglio dello scorso anno due aste di 35 quadri hanno totalizzato 452 mila sterline e solo un paesaggio di Istanbul con la moschea di Solimano è stato venduto per quasi 16 mila.
Kieron ha ora superato i 2 milioni di sterline guadagnati, probabilmente un record per un bambino di 11 anni. Parte dei soldi è servita a comperare una nuova casa a Ludham, con annessa galleria d’arte. Le aste si svolgono sempre lì, con la gente che si accampa di fronte anche 48 ore prima per essere certa di poter entrare, e con le offerte che arrivano, come da Christie’s e Sotheby’s, da ogni parte del mondo.
Claude Monet non fu così fortunato, né così precoce. Scoprì di saper disegnare a 15 anni, vendendo caricature a 10 franchi l’una a Parigi. Non ebbe nessun vero maestro, ma forse quello che lo influenzò di più fu Eugene Boudin, che dipingeva splendide marine della Normandia e lo convinse che la vera pittura consisteva nell’uscire dallo studio, osservare il paesaggio e coglierne lo spirito al suo primo apparire, senza penare troppo su inutili dettagli.
Monet patì la fame, fu inseguito dai creditori e pensò al suicidio prima che la sua grandezza fosse compresa, per fortuna quando era ancora in vita. Il suo quadro più famoso e profetico, «Impressione. Levar del sole», fu accolto nel 1874 dalla critica con qualche sberleffo per questi nuovi «impressionisti» che mescolavano i colori nella tela e non si curavano più di delineare le forme, come un vero pittore doveva invece fare.
Chi crede nella reincarnazione e guarda i quadri di Kieron Williamson troverà certamente una nuova conferma alle sue tesi. La capacità dei bambini prodigio di ottenere gli stessi risultati di un adulto molto preparato, in campi che richiedono esperienza e conoscenza, non è ancora stata spiegata in modo convincente dalla scienza. Mozart componeva a 6 anni, Daniel Barenboim suonava meravigliosamente il pianoforte da piccolo, Kim Ung-yong era studente alla facoltà di Fisica a 3 anni, e centinaia di altri bambini come Kieron hanno fatto e fanno cose inspiegabili per la loro età.
Nell’attesa che qualche studioso del cervello umano ci dia una spiegazione, possiamo continuare a sperare che le anime di Mozart e Shakespeare, di Caravaggio e Einstein stiano ancora vagando da qualche parte, aspettando di poter tornare a ispirare con la loro arte la vita di un bambino.