Nino Materi, il Giornale 3/2/2014, 3 febbraio 2014
AVEVO 7 ANNI, PAPÀ WOODY MI STUPRÒ
Dici Woody Allen e pensi subito al sesso. Quello «psicanalitico» eppure terribilmente divertente, ben sintetizzato da battute tipo: «Essere bisessuale raddoppia immediatamente le tue possibilità al sabato sera»; «Il mio cervello è il mio secondo organo preferito»; «L’ultima volta che sono entrato in una donna è stato quando ho visitato la Statua della Libertà», «Se io faccio così bene all’amore, è perché mi sono esercitato a lungo da solo» ecc. Ora si scopre ma pare che nell’«ambiente» la cosa fosse nota che Allen col sesso avesse un rapporto ben più torbido. Anzi, il peggio del peggio: pedofilia. A far emergere la faccia «sporca» di uno dei registi più amati e geniali del cinema mondiale è stata la sua figlia adottiva, Dylan Farrow.
Dylan, 28 anni, ha per la prima volta esposto pubblicamente le sue accuse contro il divo americano, denunciando di esser stata abusata sessualmente quando aveva appena sette anni, subito dopo l’adozione.
«Mi condusse in un attico buio della casa in Connecticut, mi disse di stendermi pancia a terra e di giocare con il trenino elettrico di mio fratello», ha raccontato la giovane in una lettera aperta pubblicata sul blog del New York Times.
«Ricordo che mi parlava mentre abusava di me, sussurrandomi che ero uno brava ragazza, che quello era il nostro segreto, e promettendomi di portarmi a Parigi e di farmi recitare nei suoi film», ha rievocato.
«Per quanto mi ricordo mio padre mi ha sempre fatto cose che non mi piacevano», ha scritto Dylan, «spesso mi faceva giacere a letto con lui e mi metteva la testa sul ventre e queste cose accadevano regolarmente ed erano abilmente nascoste a mia madre, al punto che pensavo fossero normali. Il fatto che l’abbia sempre fatta franca mi ha perseguitato durante tutta la mia giovinezza, anche per il senso di colpa di avergli lasciato avvicinare altre bambine».
Le accuse di violenze sessuali contro il 78enne regista di Manhattan, erano emerse (ma mai provate e quindi mai punite in sede legale) per la prima volta nel 1992, durante la contrastata separazione tra Allen e Mia Farrow.
Dylan ha spiegato di aver voluto uscire allo scoperto per rompere la solidarietà con cui a suo dire Hollywood ha protetto l’uomo che ha distrutto la sua vita e il cui ultimo film Blue Jasmin ha tre candidature ai prossimi Oscar.
Nella sentenza per l’affidamento un magistrato di New York definì quelle accuse inconcludenti, pur criticando il regista perché «concentrato su se stesso, inaffidabile e insensibile». Il New York Times ha riferito di aver tentato di contattare Allen per registrare la sua versione dei fatti; tentativo però andato a vuoto, tanto che il NYT ha deciso di pubblicare la lettere di Dylan senza alcun commento: atteggiamento che, se non suona proprio come una presa di distanza, poco ci manca... Insomma, una forma – neanche tanto velata – di rispetto reverenziale nei confronti di un «monumento» considerato tra i principali e più celebri umoristi dell’epoca moderna.
Nella sua lettera Dylan se la prende anche con gli «eroi» di Hollywood che, «tranne poche eccezioni, si sono sempre girati dall’altra parte, cavandosela con l’ambiguità di dire “chi sa veramente cosa è successo?”».
«Cosa sarebbe accaduto se fosse toccato a tua figlia, Cate Blanchett? O alla tua Louis CK? O a quella di Alec Baldwin? E se fosse toccato a te. Emma Stone? O a te, Scarlett Johansson?», si è chiesta rivolgendosi ad alcuni dei divi che hanno lavorato con il padre.
Già un paio di settimane fa, il fratello di Dylan, Ronan, in occasione della vittoria di Allen del Golden Globe alla carriera ribadì queste accuse di pedofilia twittando la sua indignazione: «Mi sono perso il tributo a Woody Allen: hanno messo prima o dopo Annie Hall la parte in cui una donna ha pubblicamente confermato che l’ha molestata quando aveva sette anni?», facendo riferimento proprio alla sorellastra Dylan.
Ma non è la prima volta che la ragazza parla degli abusi subiti, visto che già nel 1992 accusò il patrigno di stupro. Una denuncia sempre respinta dal regista ma che finì al centro della battaglia legale tra Allen e Mia Farrow dopo che lui l’aveva lasciata per mettersi assieme alla figlia adottiva, Soon Yi Previn. Ma questa è un’altra storia...