www.cinquantamila.it/fiordafiore 4/2/2014, 4 febbraio 2014
Centoventi miliardi di corruzione in Europa, la metà è tutta italiana • Lufthamsa contro l’accordo Alitalia-Etihad • L’ergastolano fuggito • Una ragazza uccisa e trasportata in un trolley Corruzione/1 La Commissione Europea ha calcolato che nei 28 Paesi dell’Unione il costo della corruzione ammonta a 120 miliardi di euro, poco meno del bilancio 2014 dell’Europarlamento
Centoventi miliardi di corruzione in Europa, la metà è tutta italiana • Lufthamsa contro l’accordo Alitalia-Etihad • L’ergastolano fuggito • Una ragazza uccisa e trasportata in un trolley Corruzione/1 La Commissione Europea ha calcolato che nei 28 Paesi dell’Unione il costo della corruzione ammonta a 120 miliardi di euro, poco meno del bilancio 2014 dell’Europarlamento. Di questi, 60 miliardi sono nella sola Italia e le cifre sono arrotondate per difetto. Tre quarti degli europei (e il 97% degli italiani), in un sondaggio Eurobarometro considerano dilagante la corruzione a casa propria. E in Italia, il malaffare fattura più o meno il 4% del Pil nazionale. Bruxelles critica: «Troppi conflitti d’interessi, leggi ad personam e giustizia lenta. Oltre 30 componenti del passato Parlamento sono stati o sono indagati per corruzione o finanziamento illecito ai partiti». E se viene lodata la legge anticorruzione del novembre 2013, si ricorda pure che grandi lavori come l’Expo 2015 sono a rischio di infiltrazione di crimine organizzato. In Italia la situazione è più grave, ma anche negli altri Paesi vengono sottolineate delle criticità: alla Germania, lodata su tutto, si ricorda il ripetuto mancato rispetto di alcune raccomandazioni (per esempio «rendere più trasparenti le donazioni dirette a parlamentari e candidati membri dei partiti»). Della Francia si rileva che «molte istituzioni non hanno strutture disponibili per smascherare il malaffare». Il 99% dei greci e il 95% degli spagnoli giudica ormai onnipresente la tangente nei propri Paesi eccetera. Corruzione/2 Istituito nel 2003 e reso operativo nel 2004, l’Alto commissario per la prevenzione e il contrasto alla corruzione restò in vita per quattro anni. Finito nel 2008, fu sostituito dal Saet, Servizio per l’anticorruzione e la trasparenza. Dopo un anno nacque la Civit (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche). Nel 2012, con il governo Monti, arrivò la sospirata Autorità anticorruzione con l’obiettivo di «spostare l’asse della lotta alla corruzione dalla repressione alla prevenzione». Un mese fa ha scritto in un suo rapporto: «Il livello politico non ha mostrato particolare impegno nell’attuazione della legge. Nonostante i reiterati solleciti dell’Autorità, non tutti i ministeri, gli enti pubblici nazionali, le Regioni, gli enti locali hanno nominato il responsabile della prevenzione della corruzione, che pure svolge un ruolo cruciale per l’attuazione della normativa» (Stella, CdS). Alitalia A Lufthansa non piace il progetto di alleanza tra Alitalia ed Etihad, giudicato «aiuto di Stato». Perciò ha chiesto alla Commissione europea di «vietare tali tattiche elusive. Respingiamo le ripetute sovvenzioni e la parziale nazionalizzazione delle compagnie aree, indipendentemente che siano acquistate da Stati europei o da società a controllo statale al di fuori dell’Unione». Dice il ministro Lupi: «La verità è che i tedeschi speravano nel fallimento di Alitalia, di dividersi le spoglie del nostro mercato, trasformando i nostri aeroporti in piccoli scali per alimentare il traffico su Francoforte e Monaco». Intanto per Alitalia quello di ieri è stato il giorno della prima, parziale, boccata d’ossigeno: le banche creditrici hanno deliberato il finanziamento per complessivi 165 milioni di euro. Fuga L’ergastolano Domenico Cutrì, 32 anni, finito in carcere nel 2009, dopo tre anni di latitanza, per aver fatto uccidere un ragazzo colpevole d’aver detto una battuta di troppo sulla sua fidanzata. Ieri doveva essere portato in tribunale per un giro di assegni falsi. Giunto con il furgone della Penitenziaria, è entrato in funzione un commando armato composto da due fratelli di Cutrì anche loro pregiudicati (spaccio di sostanze stupefacenti, armi, rapina), e altri due uomini. Cutrì e la sua scorta (quattro agenti) scendono dal blindato e dopo pochi passi i banditi li sorprendono alle spalle. Si prendono Cutrì, ma inizia uno scontro a fuoco con i poliziotti. Viene arrestato un bandito e ferito un fratello di Cutrì, che arriva in ospedale già morto. Ma l’ergastolano è riuscito a scappare. Delitto Mahtab Ahad Savoji, 29 anni, «timida, riservata, molto dolce», arrivata a Milano da Teheran nel 2012 per studiare all’Accademia di Brera. Aveva trovato alloggio nell’appartamento di Gagandeep Kaur, 30 anni, e Rajeshwar Singh, 28, fidanzati di origini indiane che le subaffittavano una stanza. Lei cameriera, lui portiere in un albergo, descritti dai vicini come una coppia misteriosa: numerose le liti, con grida e lanci di oggetti nel cuore della notte. Una sera arrivarono a ferirsi per la gelosia innescata dalla presenza di una coinquilina russa. Per questo chi andava ad abitare con loro non resisteva tanto. Solo Mahtab, «di carattere molto tollerante», riuscì a rimanere più degli altri, ma era ormai giunta alla conclusione di doversene andare e aveva già preparato le valigie, anche perché il Rajeshwar Singh le aveva fatto delle avance pesanti, subito respinte, proprio davanti alla fidanzata. Non si sa ancora bene perché, i due indiani la strangolarono, ripiegarono il corpo in un trolley e andarono alla stazione: in treno andarono a Lecco con l’idea di gettarlo nel lago, ma vedendo «troppe persone in giro», tornarono a Milano. Da lì salirono sul treno per Venezia e poi sul vaporetto per il Lido. Una volta arrivati, lasciarono andare la valigia in acqua e la guardarono affondare. Finiti ormai i treni per il rientro, da un taxi si fecero portare a casa, mentre il corpo di Mahtab, piano piano, tornava in superficie. Giornata di lunedì 27 gennaio, in un bilocale al settimo piano di un condominio in via Pericle 5.