www.cinquantamila.it/fiordafiore 3/2/2014, 3 febbraio 2014
Letta a cena con lo sceicco per stringere un accordo su Alitalia • La moda di lavorare in piedi • Con un’ora di sonno in più migliora la salute • Dormiglioni vs insonni • Gli abusi sessuali di Woody Allen raccontati dalla figlia Dylan Etihad Letta negli Emirati Arabi si è detto soddisfatto dei nove accordi commerciali siglati tra Abu Dhabi e Dubai e, soprattutto, per il salto di qualità nel negoziato con Etihad per il controllo di Alitalia: «Sono molto ottimista riguardo al successo di questi accordi e pieno di speranze per l’inizio di una cooperazione strategica»
Letta a cena con lo sceicco per stringere un accordo su Alitalia • La moda di lavorare in piedi • Con un’ora di sonno in più migliora la salute • Dormiglioni vs insonni • Gli abusi sessuali di Woody Allen raccontati dalla figlia Dylan Etihad Letta negli Emirati Arabi si è detto soddisfatto dei nove accordi commerciali siglati tra Abu Dhabi e Dubai e, soprattutto, per il salto di qualità nel negoziato con Etihad per il controllo di Alitalia: «Sono molto ottimista riguardo al successo di questi accordi e pieno di speranze per l’inizio di una cooperazione strategica». Con il fondatore di Etihad, lo sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, Letta ha cenato nel raffinato ristorante libanese dell’Emirates Palace di Abu Dhabi. Il principe ereditario di Abu Dhabi, 52 anni e nove figli, ha voluto vedere il presidente del Consiglio a quattr’occhi «come si faceva un tempo tra uomini sotto una tenda araba»: ha voluto rassicurazioni sulla stabilità politica e hanno parlato di arte. Il principe, pilota di elicotteri e, dal 1993, comandante supremo delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, si è laureato nel 1979 all’accademia militare di Sandhurst per poi specializzarsi a Oxford in politica economica. Un patrimonio stimato in 150 miliardi di dollari, ha l’Italia nel cuore da quando, negli anni Ottanta, frequentò l’Accademia di Pozzuoli. Nel 1990 è stato insignito da Francesco Cossiga della prestigiosa onorificenza di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica. Sedie Si sta diffondendo nelle aziende l’abitudine a lavorare in piedi, senza sedie e scrivanie. Il computer e tutto quel che occorre si poggiano su tavoli alti come quelli dei bar. Secondo alcuni, infatti, stare seduti fa male: può provocare dolori alla schiena. Inoltre stare in piedi dopo la pausa pranzo allontana la sonnolenza e aiuta a digerire meglio, si bruciano più calorie e si resta giovani più a lungo. Tutto ciò è molto vantaggioso per il datore di lavoro, dato che, secondo alcuni calcoli, lavorare in piedi aumenta la produttività del 10%(Castagneri, Sta). Sonno/1 Basta un’ora di sonno in più o in meno per cambiare la qualità della vita e la prospettiva di salute delle persone. Emerge da una ricerca svolta dall’Università del Surrey in Inghilterra. Lo studioso Simon Archer ha reclutato dei volontari e li ha divisi in due gruppi, facendoli dormire rispettivamente 6 ore e mezza o 7 ore e mezza a notte per una settimana. I test successivi hanno dimostrato che sessanta minuti possono fare la differenza: incidono sull’umore e sulle prestazioni mentali, ma anche sul modo in cui l’organismo legge le istruzioni scritte nel genoma. Una deprivazione leggera di sonno sembra sufficiente a incidere su processi infiammatori, risposte immunitarie, reazioni allo stress, metabolismo cellulare e, dunque, sul rischio di sviluppare malattie che vanno dal diabete al cancro. Dormendo meno di sei ore per notte la situazione peggiora (Meldolesi, CdS). Sonno/2 Boris Efimovič Efimov, caricaturista preferito da Stalin, dormiva molto, soprattutto dopo le 3 del mattino, quando consegnava la vignetta per la “Pravda” da far approvare. Morì a 108 anni dopo una notte insonne, tra bottiglie e portate. Leonardo da Vinci dormiva anche 10 ore per notte: più del doppio di Alessandro Magno che considerava il dormire atto da mortali. Anche Andreotti si accontentava di poco, come Napoleone il quale amava ripetere: «Agli uomini bastano quattro ore di sonno, alle donne cinque, agli imbecilli sei» (si dice che la notte prima di Waterloo abbia sonnecchiato circa due ore alla locanda Caillou). Bonaparte odiava talmente la pratica del riposo che impose ai professori di tenere i corsi in piedi, allorché seppe che un appartenente alla categoria si era addormento durante la propria lezione. Hitler non era mattiniero, si concedeva però al sonno verso l’alba; Nietzsche, invece, ricorreva ai farmaci per conoscere la sospirata pace notturna. Lucrezio vegliava per trovare i versi giusti al suo De rerum natura (Torno, CdS). Allen Dylan Farrow, figlia adottiva di Woody Allen e Mia Farrow, oggi ventottenne, ha deciso di raccontare al “New York Times” di come il regista la violentò. «Quando avevo sette anni Woody Allen mi prese per mano e mi portò in un attico buio della nostra casa. Mi disse di stendermi sulla pancia e giocare con il trenino elettrico di mio fratello. Poi, ha abusato di me. Ricordo che mi parlava mentre lo faceva, sussurrandomi che ero una brava bambina, che quello era il nostro segreto». Nella lunga lettera, le parole si rincorrono come una cascata di macigni: «Mio padre mi ha sempre fatto cose che non mi piacevano. Non mi piaceva le volte che mi portava via da mia mamma. Non mi piaceva quando mi metteva il suo pollice in bocca. Non mi piaceva quando mi faceva andare nel letto con lui, sotto le lenzuola, in mutande. Non mi piaceva quando metteva la testa sul mio ventre nudo». Mia Farrow ai tempi non sapeva, ma subito dopo la separazione dal regista (che nel frattempo aveva fatto dell’altra figlia adottiva, Soon Yi, la sua amante) lo denunciò per le molestie a Dylan. La polizia avviò un’inchiesta che si chiuse senza incriminazioni.