Paolo Berizzi, la Repubblica 2/2/2014, 2 febbraio 2014
LA REDENZIONE MANCATA DI LELE MORA ORA RECLUTA TRAVESTITI E DRAG QUEEN
Dal bunga bunga al carcere per bancarotta, poi l’orto di Don Mazzi. Adesso l’annunciata “redenzione”: un locale per drag queen e travestiti. Dove? All’interno di un ex convento, non è una barzelletta. Lui nei panni del gran cerimoniere, quasi come ai tempi d’oro pre-Vallettopoli. Anzi, di più: selezionatore. Perché quelle esibizioni maliziose di gay e transgender, tra botte di silicone, generosi decolleté e piume di struzzo, nei piani di Lele Mora dovrebbero diventare un reality televisivo da piazzare a Mediaset (Italia 1, ma per ora è tutto “congelato”). Così aveva promesso l’ex manager, riuscendo a ottenere dal proprietario del locale carta bianca per lanciarlo e farlo diventare “glam”. E gli hanno creduto. La nuova-vecchia vita di Mora è la storia della sua ultima avventura. Fuori tempo massimo e con un epilogo ancora incerto. Il locale si chiama “Abbadesse” e sorge tra le mura dell’omonimo ex convento femminile del XVI secolo: una struttura meravigliosa, a pochi passi dal nuovo palazzo della Regione Lombardia e al centro del nuovo polo della moda milanese. Quarant’anni fa l’ingegnere ottantenne Antonio Savia acquista il convento e lo ristruttura: gli spazi un tempo abitati dalle monache tornano a nuova vita ospitando uffici, appartamenti e attività commerciali tra cui un noto ristorante brasiliano e un centro estetico. Nasce l’ “Abbadesse”. È un club di 600 metri quadrati: un locale notturno dove si mangia, si beve e si balla, e che viene affittato anche per feste private. È l’estate scorsa, luglio. Mora da un anno è tornato un uomo libero. Dopo 407 giorni di isolamento nel carcere di Opera (per un crac da 8,5 milioni) e fresco di condanna nel processo Ruby bis (7 anni in primo grado), lui dichiara urbi ed orbi che cambierà vita: basta nani e ballerine, sfarzo ed eccessi (i beni sequestrati dai giudici sono finiti all’asta). «Il Lele Mora di prima non c’è più, la mia nuova vita sarà fatta di meditazione e preghiera», spiega dalla comunità Exodus di don Mazzi dove viene affidato per i servizi sociali (si occupa di curare l’orto). Chissà, forse Lele si riferiva all’ex convento Abbadesse. Sta di fatto che l’ex manager dei vip convince Savia a farlo “entrare” nell’avventura del nuovo locale. I due stipulano un accordo di co-gestione. Mora si impegna a far decollare l’Abbadesse, a farlo diventare un locale di moda. Chiede e ottiene una nuova veste per il locale: via gli arredi marroni di prima, troppo sobri. Il nuovo Abbadesse è rivestito di rosa e bianco, stile postbarocco, lampadari e sofà. Un ritocchino da 200 mila euro. Si parte. Le drag si sfidano sul palco durante serate che diventano provini: Mora ha intenzione di farne un reality, nel progetto c’è anche Platinette, uno degli amici che non l’ha mai abbandonato («l’altra che mi è ancora vicina è Fatma Ruffini », dice). C’è un accordo con la produzione di Lucignolo, il programma di Italia 1 condotto da Enrico Ruggeri. Si pensa a una copertura settimanale, uno spazio hot dedicato alle drag queen di Lele all’interno della trasmissione. Quando il decaduto «Richelieu» — così era soprannominato Mora ai tempi in cui influiva sui palinsesti tv di reti pubbliche e private — era convinto di potere silenziosamente rientrare nel giro, le cose si complicano. Raccontano che il progetto si blocca per decisione di Piersilvio Berlusconi, irritato dopo la Buona Domenica hard di Barbara D’Urso. Ma Lele non demorde: l’ultimo show del suo «corpo di ballo» va in scena all’Abbadesse pochi giorni fa. Contattiamo Mora. Gli chiediamo del locale, del reality, della sua nuova vita. «L’Abbadesse? Ci sono andato una volta a bere una cosa, è di amici». Reality? Tv? Serate? Spettacolo? «No, non faccio più niente. Sono in affidamento da mio figlio Mirko, faccio il suo assistente, sono uno stagista della sua agenzia («vende spazi pubblicitari») a 1.100 euro al mese. Ho perso tutto. La mattina vado in comunità da don Mazzi, il pomeriggio mi tengo in movimento. Mi adatto. Una volta avevo le Bentley e l’aereo privato, adesso giro a piedi e in bicicletta. La sera alle nove recito cinque rosari e vado a letto». Già. Vecchia volpe. Gli “amici” dell’Abbadesse, dunque. Uno è Antonio Savia, già indagato nel 2011 per falso ideologico nell’ambito della truffa da 570mila euro operata dall’ex attore Edoardo Costa ai danni dei bimbi africani. Gli altri due sono Marco e Claudio, i gestori. Al locale raccontano una versione meno silenziata di quella offerta dal socio. «Mora è qui da luglio 2013. Ma le cose non stanno andando come da accordi». L’intesa sottoscritta con l’anziano ingegnere proprietario dell’ex convento prevedeva che il pigmalione di Ruby Rubacuori avrebbe portato gente, spettacoli, tv. È vero, Savia ha accettato il nuovo corso del locale, tutto lustrini, parrucche e paillettese, ma è un tipo pragmatico che bada al concreto. «Se tu non produci, è inutile parlare di business».
Si intuisce che l’asse con Mora si è un po’ incrinato. Resta la morale del «redento», passato da anfitrione bunga bunga a selezionatore di travestiti. «Mio padre era contadino, mi diceva che per scoprire se un cavolfiore è davvero buono bisogna scartarne dieci. La stessa cosa vale per gli amici. Berlusconi è un mio amico dall’85. Adesso non possiamo vederci, ma mi auguro che anche lui mi consideri ancora un amico». E a proposito di selezione, un consiglio indiretto a Silvio. «La Pascale se vuole fare davvero la first lady deve imparare a stare nell’ombra, dietro il suo uomo. Mettersi in mostra è sbagliato». Se lo dice lui.