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 2014  febbraio 02 Domenica calendario

GIOVANI, AMBIZIOSI E UN TEMPO CONTRO: ECCO I CAVALIERI DI MATTEO


Milano Siamo i più trasparenti di tutti, solamente il 27% dei finanziatori ha negato il consenso a rendere noto il nome”. Contattati telefonicamente i vertici della Fondazione Open ribadiscono l’effettiva trasparenza dei conti. Marco Carrai e Alberto Bianchi, l’imprenditore e l’avvocato accomunati dall’attività di fund raising per l’amico Matteo Renzi, hanno creato una rete di finanziamento dell’attività politica che non passa per soldi pubblici né rimborsi elettorali. Ed è vero che solamente il 27% dei portafogli che si sono aperti per accompagnare l’ascesa del rottamatore alla segreteria del Pd si è trincerato dietro la privacy. Ma la percentuale è riferita alle donazioni del 2012, escluse quindi quelle versate negli anni alle associazioni Link e Festina Lente prima. All’appello mancano circa 2,5 milioni. Un milione circa di fondi ricevuti nel corso del 2013 sarà con ogni probabilità dettagliati nel prossimo bilancio d’esercizio, il primo della Open dove, da novembre scorso, siedono, al fianco di Carrai e Bianchi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi.
NEL TENTATIVO di mettere ordine alla trasparenza dell’ascesa renziana conviene soffermarsi sulle persone più vicine al segretario del Pd. Escluso Carrai, amico personale di Renzi, conosciuto nel 1996 quando il futuro sindaco aveva 24 anni ed era segretario del Ppi toscano poi confluito nella Margherita, gli altri sono stati reclutati pescando sempre nell’entourage degli avversari.
BIANCHI, BRILLANTE E GIOVANE avvocato, è presidente di Firenze Fiera fino al giugno 2006, nel 2009 è braccio destro di Lapo Pistelli alle primarie poi vinte da Renzi. I due hanno modo di conoscersi e Bianchi comprende il potenziale comunicativo del rottamatore, lo segue. Lo difende come avvocato di fronte alla Corte dei Conti e si impegna nelle associazioni prima e poi nella Fondazione. Figura anche come verbalizzatore a titolo gratuito dei Consigli di amministrazione del Maggio Musicale Fiorentino quando sovrintendente era Francesca Colombo. Nel gennaio 2013 l’allora ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, allontana Colombo e invia un commissario straordinario : Francesco Bianchi, fratello minore di Alberto. Noto nel mondo bancario internazionale, cresciuto tra JpMorgan e Citibank, Francesco siede nel Cda di Banca Popolare di Milano fino al 2011, ex direttore dello sviluppo strategico di Banca Intesa e oggi socio della società di corporate finance H7. E per mettere mano ai disastrati conti lasciati da Colombo serviva un manager. Alberto è anche tra i 16 finanziatori della fondazione Big Bang aggiunti il 17 maggio 2012. Anche Boschi ha lasciato il vecchio carro per saltare in corsa su quello di Renzi. Giovane praticante avvocatessa nello studio di Francesco Bonifazi, da quest’ultimo viene coinvolta nella campagna elettorale delle primarie a sindaco di Firenze del 2009 di Michele Ventura, ex vicecapogruppo alla Camera, religiosamente dalemiano e candidato con la benedizione di Pier Luigi Bersani che arrivò a Firenze per sostenerlo. Renzi fece di tutti gli avversari un sol boccone. E dall’entourage di Ventura prese Boschi e Bonifazi. La prima subito, nominandola in Publiacqua in attesa delle elezioni, il secondo invece arrivò con calma. Perché Bonifazi venne eletto in consiglio comunale e l’allora gruppo dirigente nazionale del Pd scelse di nominarlo capogruppo a Palazzo Vecchio per controllare proprio l’operato del giovane rottamatore. Come è finita? Con Bonifazi che fa l’autista del camper di Renzi in giro per l’Italia durante le primarie nel 2012 e, oggi, con l’incarico di tesoriere del partito. Ma non nella Fondazione.
CON CARRAI, Bianchi e Boschi, la quarta poltrona del consiglio direttivo è toccata a Luca Lotti. Classe 1982, Lotti è con Renzi dai tempi della Provincia di Firenze. Poi nell’ufficio del sindaco, ne diventa capogabinetto, ora è responsabile organizzazione del Pd. Attorno a Boschi e Lotti ruotano i piani politici dell’ascesa renziana, mentre Carrai e Bianchi ne seguono i destini finanziari. Garantendo il massimo della trasparenza e cercando di rimanere sempre in seconda linea. Ma la macchina del rottamatore è ormai nota e sono molti quelli che tentano di avvicinarla. Un po’ per complimentarsi dell’impresa un po’ per provare a farne parte. Nelle ultime settimane, per dire, anche Bisignani ha tentato di contattare le menti fiorentine. Finora senza esito.