Aldo Grasso, Corriere della Sera 2/2/2014, 2 febbraio 2014
COME COPRIRSI DI RIDICOLO NASCONDENDOSI TRA LE LENZUOLA
Abruzzo a luci rosse. Storie a sfondo sessuale hanno sconvolto quella tranquilla regione, forte e gentile: adulteri, corna, prestazioni a contratto, fornicatori pitocchi, libertinaggio paradannunziano. Un abruzzese doc come Rocco Siffredi non ha dubbi sulle serate hot : «La politica trova nel letto solo immediato sfogo alla più scadente delle perversioni. Dominare l’altro. Averlo in proprio possesso. Poter decidere del suo destino». Vale per la destra come per la sinistra.
Sesso e possesso. Ma che è successo? 36.000 euro all’anno per intrattenersi una volta a settimana. Così stabiliva un contratto che l’assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis, avrebbe voluto stipulare con la sua segretaria Lucia Zigariello. Ne fa fede una lettera strappata e rimessa insieme come un puzzle erotico dalla donna.
Giorni fa, in procura, De Fanis ha confessato di aver espresso alla Zigariello il desiderio di avvelenare la moglie: «Ho detto quelle cose al telefono, ma non era vero niente. Volevo fare colpo su di lei, erano frasi a effetto per colpire il cuore di una persona di cui ero innamorato».
Il 12 novembre scorso, quando De Fanis viene arrestato, il presidente della Regione Gianni Chiodi dichiara alla stampa: «Spero che gli accusati siano in grado di chiarire la loro estraneità». Ma anche lui si trova ora nei guai. Si è scoperto che il governatore, indagato con altri 24 politici per truffa, peculato e falso, nel marzo 2011 ha soggiornato in un albergo di Roma in compagnia. Spesa di 340 euro, rimborso chiesto alla Regione di 357. Farsi l’amante, ma anche la cresta! Adesso la donna, nominata dallo stesso governatore nella commissione regionale delle Pari Opportunità, non intende abbandonare la poltrona: «Voglio ricordare che l’adulterio non è più considerato reato… Non sono stata aiutata da Chiodi, non ne avevo alcun bisogno».
Lasciata da parte una certa mollezza di vita o se non altro di materasso, tutti cercano ora la comprensione dei familiari, niente più porno-politica, niente più rimborsi. Il lato paradossale della vicenda lo chiarisce l’abruzzese Ennio Flaiano: «Il ridicolo può uccidere nelle società colte o aristocratiche. Nelle società arriviste e democratiche è la condizione necessaria allo sviluppo della Fama».