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 2014  febbraio 02 Domenica calendario

“LE REGOLE PER VINCERE IN BORSA”


In un giorno d’inverno terribilmente freddo ho incontrato Mario Gabelli al Columbus Club nell’Upper East Side di Manhattan. Gabelli, presidente della «Gamco Investors», è appena rientrato dal Texas, dove ha visitato diverse aziende e ha incontrato i clienti. Indossa un abito blu navy e un maglione blu chiaro. Più tardi raggiungerà un gruppo di amministratori e analisti finanziari al loro incontro annuale. Il suo approccio è amichevole e rilassato. Le ultime sessioni al ribasso del mercato azionario non sembrano preoccuparlo. Dirà più volte durante l’intervista: «Il mercato oscilla, ma bisogna valutare i risultati sul lungo termine».
Può descrivere la sua attività?
«La nostra compagnia è quotata alla Borsa di New York dal 1977. Gestiamo 47 miliardi dollari e il 97% è nel mercato azionario: 21 miliardi sono impegnati in gestioni separate per aziende come Nestlé o Verizon e collegi e sindacati. Un miliardo sono fondi speculativi, 25 in fondi comuni, suddivisi in 30 proposte».
Come si gestiscono tutti i fondi?
«Abbiamo 40 analisti e 20 gestori di portafoglio. Collaboro personalmente alla formazione di alcuni di loro e sono l’unico responsabile dei titoli azionari a bassa capitalizzazione».
Ha iniziato la sua carriera come analista?
«Sì, in aziende automobilistiche o conglomerate, poi ho iniziato a fare analisi del mondo delle società cinematografiche e di intrattenimento».
Qual è il suo metodo?
«Quando ero alla Columbia Graduate School of Business c’erano professori come Dodd e Graham e ho seguito anche un corso tenuto da Roger Murray. Lì ho imparato come valutare un’impresa e a capire perché vale la pena o meno acquistarne le azioni. Questo è all’80% quello che fa “Gamco”. Warren Buffet viene dalla stessa scuola e ha più o meno gli stessi valori, ma non deve più risponderne agli acquirenti perché ha un sistema chiuso».
Quali sono i parametri per comprare un’azione?
«Comprendere come funziona l’azienda e quanto pagherei se volessi comprarla. Poi decido se voglio o meno acquistare le azioni».
Da anni il mercato è orientato al rialzo, continuerà così?
«Quando sono entrato a Wall Street, negli Anni 60, l’indice Dow Jones era intorno a 1000. Quando ho avviato le mie società, nel 1977, il Dow Jones era ancora a 1000 e poi scese fino a 500-600. Ha cominciato a risalire solo nel 1982 e oggi è intorno a 16.200. La domanda è: cosa succederà nei prossimi 20 anni? Credo, intanto, che l’anno prossimo Wall Street crescerà del 5%».
Ma cosa può andare storto?
«Tutto! Di sicuro avremo più inflazione. L’economia statunitense crescerà dal 2.5 al 3%. Voglio aggiungere che dobbiamo prendere in considerazione la psicologia del mercato, che non è facile da prevedere. Ora dobbiamo trovare aziende che abbiano potenzialità di guadagno, considerando anche i cambiamenti tecnologici».
In quale tipo di aziende state investendo?
«Tra le aziende statunitensi, ci piace quelle che adottano la tecnologia per la produzione di petrolio e gas da argille. Ad esempio ho scelto National Fuel&Gas. Possiede una quantità enorme di terreni, dal West Virginia al confine canadese. C’è sempre più gente che passa al gas, ma ovviamente l’estrazione dalle argille richiede grande attenzione verso l’ambiente. Le azioni di questa azienda ora valgono 70 dollari, che diventeranno 100 nel giro di tre anni, e pagano bei dividendi. Un’altra società in cui abbiamo investito è Viacom, che opera nel campo dell’intrattenimento e possiede gli studi Paramount. Il valore delle azioni è 80 dollari e pensiamo che in quattro anni possa salire fino a 120-140. Abbiamo investito anche in Weatherford: il valore delle azioni è basso, 14 dollari, per via di molti errori, ma crediamo che abbiano una tecnologia avanzata e che in tre anni il valore delle azioni possa salire fino a 28».
In quali settori investite di più?
«Abbiamo un notevole investimento in American Express e uno piccolo in Visa e MasterCard. Crediamo che, salvo prenda il potere qualche estremista religioso, nel mondo si continuerà a bere e quindi seguiamo marchi come Diageo, Campari, Pernod. Considerando quanto la Cina, l’India e altri Paesi dell’Estremo Oriente aumentino le esigenze di spostamenti, crediamo in aziende come Boeing e Airbus. Troviamo interessante anche il settore della sicurezza informatica e la fornitura di reti via cavo. In particolare, possediamo quote di Cablevision. Valgono 16 dollari e dovrebbero arrivare a 22».
In generale come va l’economia?
«Credo che l’economia degli Usa si consoliderà, così come quelle del Nord Europa e del Nord Italia».
Ma come va il mercato adesso?
«I mercati, come continuo a ripetere, fluttuano e dobbiamo guardarli in una prospettiva a lungo termine».

Traduzione di Carla Reschia