Paolo Conti, Corriere della Sera 1/2/2014, 1 febbraio 2014
LE UTOPIE DELL’IMPATTO ZERO E LA REALTÀ DELLA CITTÀ BLOCCATA
Mercoledì 29 gennaio: il sindaco Ignazio Marino presenta il suo avveniristico nuovo piano generale per il traffico. Un centro storico a emissioni zero, taxi elettrici, car sharing solo con vetture a impatto zero. Roba da Stoccolma o da Amsterdam. Fantastica risposta al disastroso imbottigliamento in cui i romani restano quotidianamente prigionieri per ore. Progetto in linea con la corsia preferenziale dei Fori Imperiali destinata alla pedonalizzazione, Marino la annunciò appena insediato. Una Roma dei sogni e dei grandi orizzonti. Ma poi, verso le 3 del mattino di ieri, venerdì 31 gennaio, un clamoroso e ininterrotto nubifragio ha violentemente riportato non solo il sindaco in bicicletta e la classe amministrativa ma tutti i romani alla disastrata e desolante realtà di una Capitale paralizzata, inservibile, quasi isolata dal resto del Paese, con l’autostrada Roma-Fiumicino, che collega la città all’aeroporto intercontinentale «Leonardo da Vinci», ridotta a un’unica, immensa pozzanghera. Qualche flash. Gente sui tetti a Prima Porta con 80 centimetri d’acqua in casa. Scene simili a Piana del Sole, all’Infernetto, al Labaro. Frana di fango e terriccio sul Gran Raccordo Anulare, tra gli svincoli di Casal del Marmo e la Cassia. Stazioni della Metropolitana della linea A chiuse, Lepanto e La Celsa. Ma poi arrivano le foto dei lettori che vanno ben oltre l’ufficialità degli annunci. La signora Paola Martellini invia uno sconvolgente scatto della stazione Valle Aurelia, al secondo piano interrato in direzione Termini-Anagnina, inaugurata appena nel 2000: sembra una sequenza di «Blade Runner», cascate che sgorgano dagli impianti di illuminazione. Pioggia fitta dal soffitto e sul piano binari (con uso di secchi) anche nella fermata Conca d’Oro della linea B1 inaugurata, con grandi clamori, il 13 giugno 2012. Un’altra lettrice, che si firma Laura: «Ma siamo sicuri che questi soffitti siano in grado di reggere? Qui è in gioco la vita di migliaia di persone che giornalmente attraversano quegli spazi. C’è qualcuno che fa verifiche periodiche e serie? I distaccamenti e rigonfiamenti degli intonaci fanno paura». Il risultato finale è stato un Ignazio Marino «alemannizzato» sulla rete, attaccato e deriso quasi quanto e come lo fu Gianni Alemanno nei giorni non solo della grande nevicata del febbraio 2012, che probabilmente gli costò il Campidoglio, ma anche dell’altro mega acquazzone, a maggio dello stesso anno. Infatti è stato grande il successo per gli hashtag #Marino stura il tombino e #sottomarino, e sono solo alcuni esempi. Marino ha parlato di «evento eccezionale» e si è rallegrato che la Metropolitana avesse ripreso le corse regolari in tempi relativamente brevi. Ha giustamente promesso lo stop alla cementificazione selvaggia dell’Agro Romano, una delle cause degli allagamenti, per esempio, della Giustiniana o di Prima Porta. Ma resta, per i romani e anche per il Paese che ha assicurato alla Capitale una legge speciale, il problema di fondo: la manutenzione quotidiana della città, la capacità di evitare che un acquazzone, per quanto violento, possa portare, com’è accaduto ieri, alla crisi gestionale di tanti ospedali (San Camillo mezzo vuoto di medici e infermieri che non riuscivano ad arrivare al lavoro, un esempio tra i tanti), a scuole e università a scartamento ridotto per le stesse ragioni, a stazioni di metropolitana inaugurate da pochi mesi o da una manciata di anni trasformate in laghi sotterranei. Se una Capitale ha la massima urgenza di un piano di severo controllo generale dei principali servizi (sicurezza idrogeologica delle Metropolitane, funzionalità di tombini e impianto fognario, ripristino almeno delle buche stradali più profonde e pericolose) immaginare taxi elettrici e un centro a zero emissioni, per non parlare della stessa operazione Fori, si trasforma solo in un diversivo destinato ad allontanare sempre di più il sindaco dai romani e dalla loro urgenza più immediata: avere una città vivibile. Oggi, subito .