Daniele Martini, Il Fatto Quotidiano 1/2/2014, 1 febbraio 2014
WEBTV E SONDAGGI DI MANNHEIMER, LUSSI DA ANAS
Grisaglia scura e gilet in tinta, pochette rossa, orologio da tasca e aria ispirata, Giuseppe Scanni, direttore delle relazioni esterne Anas e già portaborse di Bettino Craxi, alle ore 15 di giovedì 23 gennaio ha idealmente tagliato il nastro di una nuova era delle comunicazioni: l’era del telegiornale stradale in house, fatto in casa. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, gli automobilisti italiani alle prese con le strade chiuse, le buche, i guard rail mezzo sfondati, e perfino quei temerari costretti ad avventurarsi tra i cantieri della Salerno-Reggio Calabria ancora aperti, possono consolarsi collegandosi via Internet al sito dell’azienda delle strade per godersi il brivido di un’informazione arrembante.
Servizi del tipo: l’intervento alla Festa del cantoniere di Pietro Ciucci, presidente dell’Anas, il taglio del nastro della Terni-Rieti con Ciucci tra due ali di autorità plaudenti, le fasi salienti dell’Oscar di bilancio attribuito all’Anas con Ciucci sul palco che impettito ritira la pergamena. Oppure, ciliegina sulla torta, l’illustrazione dell’indagine Ispo-Anas del professor Renato Mannheimer alla presenza di un attentissimo Ciucci, ovviamente. Una trentina di slide per comunicare agli automobilisti, all’inclita e al volgo due concetti assai profondi: che in Italia c’è bisogno di infrastrutture e che l’informazione Anas diretta da Scanni è un modello per tutti. Commissionata dalle relazioni esterne di Scanni, la ricerca ha attirato le critiche dell’Espresso essendo stata affidata da un’azienda statale a un soggetto indagato per reati fiscali. L’indagine è costata salata, oltretutto: almeno 100 mila euro, secondo quanto risulta al Fatto , anche se l’azienda modello della comunicazione non ha voluto fornire la cifra esatta.
Quando si parla di informazione, all’Anas non badano a spese. Nell’intervista di quasi 5 minuti filati concessa da Scanni per dare il battesimo al tg di cui è ideatore, promotore e direttore, lo stesso Scanni ha usato toni rassicuranti a proposito di quattrini, rammentando che la tv Anas ha “costi assolutamente accettabili”. Centosettantasettemila virgola 410 euro all’anno solo per la regia e la produzione, secondo quanto risulta al Fatto . Pochi? Dipende dai punti di vista, ovviamente . Per un’azienda pubblica che vive di trasferimenti statali e da mesi sta premendo su governo e Parlamento perché automobilisti e pendolari paghino un pedaggio perfino sul Grande raccordo anulare di Roma, probabilmente sono una cifra che potrebbe essere utilizzata meglio.
L’AZIENDA PRESCELTA per la stuzzicante televisione Anas si chiama Carlo Mameli ed è iscritta alla Camera di commercio di Grosseto come impresa individuale artigiana. Un’entità minuscola, quindi, ma molto intraprendente essendo riuscita a inserire in un ricco panel di clienti anche la Fondazione Craxi e perfino Mediaset che la televisione in Italia la insegna da decenni agli altri. Anche per allestire lo studio televisivo nella sede centrale di via Monzambano a Roma, Scanni e i capi dell’Anas non hanno usato il braccino corto: telecamere digitali, studio in chroma key, studio di montaggio e smontaggio audio/video, sala registrazione, sala operativa che è anche studio televisivo e sala riunioni e conferenze, pannelli mobili e pareti radiocomandate di apertura e chiusura degli ambienti, vetri che si oscurano con un clic secondo le esigenze della regia. Tutta roba da televisione di punta, materiali costosi, dell’ordine di centinaia di migliaia di euro, a giudizio di chi conosce il prezzo di quel tipo di attrezzature. Alla televisione lavorano ogni giorno 5 o 6 giornalisti dell’ufficio stampa, e anche questi sono costi. Sempre sull’onda di una politica improntata all’assoluta prodigalità per la comunicazione, qualche mese fa all’Anas stavano pagando 140 mila euro l’anno per 2 anni un’azienda esterna solo perché trasmettesse ai giornali i boxini con i bandi di gara e gli avvisi legali. Quell’azienda era Edindustria degli Angelucci, editori di Libero.