Sara Farolfi, Pagina99.it 27/1/2014, 27 gennaio 2014
MASTRAPASQUA, L’IRRESISTIBILE DISCESA DEL SUPERPRESIDENTE
“Uno forte, simpatico, un fattivo. Canottiere, maestro di sci, l’unica cosa che Mastrapasqua non sa fare è giocare a calcio”, disse del presidente dell’Inps, Stefano Valabrega, assessore all’Ospedale israelitico della comunità ebraica romana. Proprio dall’Ospedale israelitico romano aveva preso le mosse la fulminea carriera del commercialista Antonio Mastrapasqua, ed è curioso che proprio da lì, dove nel frattempo è diventato direttore, inizi la sua discesa. Con l’accusa di truffa, falso e abuso d’ufficio, Antonio Mastrapasqua è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma. L’indagine dei Nas di Roma ha portato alla luce cartelle cliniche truccate per gonfiare i rimborsi, estrazioni di denti fatte passare per costosissime plastiche gengivali. E ora per il presidente dell’Inps, che è anche vicepresidente di Equitalia oltre che presidente del collegio sindacale e sindaco in una decina di altre società, sembrano non esserci più santi in paradiso. L’uomo che scatenò una bufera politica quando, annunciando la decisione di non permettere agli iscritti alla gestione separata dell’Inps di poter fare online una simulazione della propria pensione, dichiarò: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.
Il premier Letta ha chiesto espressamente di fare massima chiarezza. Mentre dallo staff del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, dove una commissione è già al lavoro per ricostruire i fatti oggetto dell’inchiesta, annunciano non solo che la riforma della governance dell’Inps, e con essa un bilanciamento dei poteri del presidente, arriverà a marzo, ma anche che presto sarà disponibile la cosiddetta “busta arancione”, la possibilità per tutti, anche i parasubordinati, di simulare il calcolo della propria pensione.
All’Ospedale israelitico Mastrapasqua era arrivato nel 2002 in qualità di consulente fiscale. I conti dell’istituto erano al collasso, 30 miliardi l’ammontare dei debiti, e l’allora commercialista li risanò in men che non si dica. Come? Anche compensando i debiti che l’istituto sanitario aveva con gli enti previdenziali con i crediti che vantava con la Regione, secondo quanto è emerso in questi giorni dall’inchiesta che lo ha travolto e da quanto già aveva denunciato la trasmissione televisiva Report. Il meccanismo, dai documenti mostrati da Report, funzionava così: a dicembre 2011 l’Ospedale israelitico deve pagare 15 mila euro di contributi all’Inps, ma siccome deve anche avere 264 mila euro dall’Asl, invece di versare i contributi dovuti, gira all’Inps un po’ di quel credito. O ancora: nel 2010, l’Ospedale deve 15 milioni all’Inpdap, ma Mastrapasqua in qualità di direttore dell’ospedale risponde all’Istituto: vi abbiamo ceduto un credito con l’Asl, nei nostri confronti non potete avanzare nessuna richiesta. E se alla fine qualcuno non pagava, a indirizzare le cartelle di Equitalia c’era sempre lui, in qualità di consigliere e vicepresidente del consiglio di amministrazione della società pubblica di riscossione.
Nominato presidente dell’Inps nel 2008 dagli allora ministri Sacconi e Tremonti, quando a inizio 2012 è nato il cosiddetto “super Inps” (dall’accorpamento di Inps, Inpdap e Enpals), e il suo incarico è stato prorogato fino a fine 2014, Mastrapasqua si è trovato a dirigere il più grande ente previdenziale europeo, con 27 mila dipendenti e un bilancio di 700 miliardi l’anno. Un uomo solo al comando, nonostante le ripetute denunce della Corte dei Conti di una “eccessiva concentrazione di poteri nelle mani del presidente” (l’ultima, a novembre scorso) e nonostante le ripetute richieste del Parlamento di una riforma della governance dell’Istituto previdenziale. L’ex ministro Fornero nominò addirittura una commissione di esperti, guidata dal bocconiano Giovanni Valotti, per studiare la riforma. Nulla di fatto. “Nonostante fosse stato più volte sollecitato, il cambio di governance non risultò gradito», ha spiegato pochi giorni fa l’ex ministro del lavoro, Elsa Fornero, in un’intervista alla Stampa.
Perché il problema con Mastrapasqua è sempre lo stesso, per dirla con le parole di un alto dirigente dell’istituto previdenziale, “è che alla fine di tutto c’è sempre lui”. Vale anche per la commissione di esperti che doveva riscrivere la governance Inps, perchè Valotti, al lavoro per il ministero, affiancava la direzione, su nomina di Mastrapasqua, in un fondo immobiliare di proprietà di Idea Fimit, la società che gestisce il patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, che complessivamente valgono 1 miliardo, e di cui Mastrapasqua è presidente.
Per avere un’idea di tutti gli incarichi in capo al presidente dell’Inps bisogna avere la pazienza di sfogliare le 54 pagine della visura camerale a lui riservata: attualmente risulta presidente o membro del collegio sindacale di 9 società, da Autostrade a Adr eengineering (Aereoporti di Roma). A Report la ministra Fornero, interrogata a proposito, chinò il capo dicendo “se non ci sono violazioni di legge, è una questione di sensibilità personale”. L’ex ministro del lavoro si era letteralmente infuriata quando, nella primavera 2012, e a pochi giorni dall’emanazione del decreto del governo Monti per la salvaguardia di 65 mila esodati, Mastrapasqua tirò fuori dal cassetto un rapporto dell’Inps che quantificava in oltre 390 mila le persone a rischio di trovarsi senza lavoro e senza pensione. Un colpo basso, “una cosa irresponsabile, fatta per danneggiare il governo», disse Elsa Fornero.
“Negli ultimi anni l’Inps è diventato più potente del ministero perchè gestisce tutte le banche dati”, spiega un altro dirigente dell’ente previdenziale. Così anche a novembre scorso quando Antonio Mastrapasqua ha lanciato l’allarme sulla sostenibilità dei conti dell’istituto, su cui grava un deficit di circa 10 miliardi l’anno, l’ha avuta vinta. E, nonostante le rassicurazioni immediate dei ministri Saccomanni e Giovannini, nella finanziaria 2014 ha fatto capolino un comma secondo il quale i fondi già anticipati dal Tesoro per ripianare il deficit dell’Inps, negli esercizi pregressi al 2012, non dovranno essere restituiti.