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 2014  gennaio 31 Venerdì calendario

COSA NON SI FA PER I FIGLI... OGGI LA PICCOLA BECKHAM, NEL ‘600 IL BEBÈ DEL RE SOLE


David Beckham ha regalato alla figlia Harper Seven, che ha due anni, un quadro di Damien Hirst – valore di mercato, seicentomila sterline. Victoria Beckham, la ex Spice Girl, e David, sposati dal 1999 (la cerimonia è stata classificata il 16° matrimonio più caro di tutti i tempi) hanno tre maschietti, e solo nel luglio 2011 è arrivata loro una bambina. Per il suo compleanno, il calciatore inglese, valutato nel 2012 dalla rivista statunitense Forbes il più pagato al mondo, e quinto tra le celebrità più influenti, aveva commissionato a Damien Hirst un’opera speciale: l’artista – a sua volta uno degli uomini più ricchi del Regno Unito: solo nel 2008 un’asta di suoi lavori, spesso di tema mortuario, ha realizzato 11 milioni di sterline – è un amico di Beckham, da cui ha preteso perciò solo qualche decina di migliaia di sterline. Il quadro si chiama Daddy’s Girl e rappresenta un cuore rosso; è stato appeso nella stanza della piccola, nella nuova casa londinese dei Beckham – meno sontuosa ma molto più cara (60 milioni di euro) della precedente, un’elegante proprietà fuori Londra, così regale da meritare il soprannome Beckingham Palace.
Nel Capodanno del 1675 regalarono al piccolo duca del Maine una strenna straordinaria, la «Camera del sublime». Il duca del Maine era il primogenito tra i bastardi del re Sole, figli della sua amante ufficiale madame de Montespan. Il sovrano cercò di fare di questo figlio illegittimo il suo successore – e per fortuna non gli riuscì. Il duca del Maine era «rancoroso, dissimulatore, mite per ipocrisia e religiosissimo »; zoppo e allampanato, a quattro anni gli fu conferita la carica di colonnello generale degli Svizzeri, a sette gli pubblicarono i compitini con la prefazione di Racine, a dodici era governatore della Linguadoca. Alla morte di Corneille, il sommo drammaturgo, il duca pretese di ereditarne il posto all’Accademia, ma il re gli disse che era troppo giovane – e fu l’ultima volta che gli negò qualcosa.
Il ragazzino era stato viziato già a quattro anni proprio con la «Camera del sublime», il regalo grande quanto un tavolo che rappresentava una stanza dorata. Vi compariva la figurina in cera di Racine che fa segno di avvicinarsi a La Fontaine, in disparte, mentre Boileau, con un forcone in mano, tiene lontani i cattivi poeti; il moralista La Rochefoucauld, autore delle magnifiche Massime, conversa col predicatore Bossuet e con la romanziera madame de Lafayette: tutti sorvegliati dalla nuova amante del sovrano, madame de Maintenon. Era Antoine Benoist, unico «scultore in cera del re», ad aver messo in voga a corte le statue di cera, di stupendo realismo, «arte sensuale e mortuaria».
Scomparso il re, il Parlamento annullò il suo testamento, e proclamò reggente suo nipote Philippe d’Orléans. Il duca del Maine continuò a comporre poesiole nel gusto labile che la moda considerava raffinate: «Questa canzone sarà una scemenza / ecco perché: / perché, signori, senza compiacenza, / essa è di me».