L’Espresso 31/1/2014, 31 gennaio 2014
UN COLLASSO IN CIFRE
PROCESSI IN ARRETRATO. La macchina della Giustizia è ingolfata da una montagna
di procedimenti che non si riesce a smaltire. Il censimento al 30 giugno 2013 conta
5 milioni e 257 mila processi civili pendenti e 3 milioni e 434 mila processi penali
in sospeso. Nel civile ogni anno si riesce a scalfire una percentuale minima dell’arretrato
(4 per cento nel 2013) mentre nel penale la giacenza è addirittura aumentata
(1,7 per cento in più). E questo nonostante venga registrata ovunque una crescita
della produttività dei magistrati.
LENTEZZA DEI GIUDIZI. I tempi dei processi restano fuori dai parametri europei.
Per il civile ci vogliono in media 437 giorni per il primo grado, 1025 per l’appello, 1293 per la Cassazione: otto anni prima di arrivare alla sentenza definitiva. Per i processi penali il tempo medio è di cinque anni, senza contare le pause tra una fase e l’altra. Ma l’imbuto critico resta nelle Corti di Appello con 844 giorni per smaltire un procedimento.
IL COLPO DI SPUGNA DELLA PRESCRIZIONE . Gli effetti dei ritardi nel settore penale sono devastanti. La prescrizione dei reati infatti cancella una quantità enorme di processi: la corruzione, ad esempio, resta impunita. Nel 2010 sono stati buttati via quasi
142 mila, nel 2011 129 mila, nel 2012 113 mila. Per il presidente della Cassazione Santacroce quella della prescrizione è «la riforma delle riforme» che serve al Paese.