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 2014  gennaio 31 Venerdì calendario

PERISCOPIO


Italicum - Molestie ai minori. Jena. La Stampa.

Elsa Fornero: «Cercai di cacciare Mastrapasqua, ma non ci riuscii». Si consolò con 390 mila esodati. Spinoza. Il fatto.

Casini snobbato dai parlamentari indiani durante il suo tour a Nuova Delhi. Si è sentito a casa. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Villa Frescot, a Torino, un tempo casa dell’Avvocato sulla collina, è vuota. John Elkann vive con moglie e figli a Milano. Vendute o in vendita la casa del fondatore Giovanni Agnelli (poi diventata sede della Fondazione) e quella in Corso Matteotti di Edoardo Agnelli, di sua moglie Virginia e dei ragazzi che vestivano alla marinara. Gli Agnelli hanno lasciato Torino. E i loro interessi maggiori sono ormai in Asia o in America. Gianni Barbacetto. Il Fatto.

Se noi del Pd non abbiamo contenuti forti da proporre è ovvio che voi giornalisti riempirete le pagine parlando di accordi nell’ombra, scazzottate tra correnti, trame segrete, eccetera. Se noi invece vi inondiamo di idee, voi sarete costretti a occuparvi meno dell’accordo tra Fioroni e Franceschini, per dire, e più di tasse, di lavoro, di immigrazione, di pubblica amministrazione. Matteo Renzi. Il Foglio.

Il raffronto fra Craxi e Renzi è perfetto: entrambi hanno a che fare con strutture di partito anchilosate. Il Psi veniva da rovinose sconfitte elettorali, in cui prevalgono autolesionismo e cannibalismo. Quel Psi, come questo Pd, era dilaniato dalle correnti e il decisionismo, persino in una sua declinazione supponente, è un elemento decisivo e indispensabile per la sopravvivenza della leadership e del partito medesimo. Claudio Velardi, ex spin doctor di D’Alema. la Stampa.

Nel corso dei recenti scioperi effettuati dal personale medico, in molti ospedali italiani è stato proiettato il film Il dottor Zivago, essendo questa, per il ricoverati, l’unica possibilità di vedere un dottore. Amurri & Verde, News. Mondadori.

LA CHIESA. «La Chiesa è un organismo perfettamente democratico: il figlio di un contadino o di un artigiano, se intelligente e capace, e se duttile abbastanza per lasciarsi assimilare dalla struttura ecclesiastica e per sentirne il particolare spirito di corpo e di conservazione e la validità degli interessi presenti e futuri, può teoricamente diventare cardinale e Papa». Antonio Gramsci in Quaderni.

Dino Grandi, quando parla di Mussolini, comincia sempre con accenti acri, e finisce con parole di affetto. In fondo, nutre verso di lui un complesso di colpa perché lo ha sempre tradito, anche prima del 25 luglio. Ma credo che il suo ritratto del Duce sia, in sostanza, giusto: un ignorante pieno di intuito; un timido che diventava imperioso davanti ai più timidi di lui; un codardo nel pericolo, che si trasformava in leone nella vittoria; un vitellone di provincia romagnola che concepiva l’amore solo come «possesso», a esaltazione della propria virilità; un «cavalier Mostardo». La pagò con la Petacci che, secondo Grandi, lo rimbecillì con la sua voracità di amante realmente innamorata. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli.

L’industria delle lavatrici di Pordenone (questa zona veniva chiamata Inox valley) non possono più permettersi i 24 euro orari del costo del lavoro made in Italy. In Polonia ne bastano 6,5. Francesco Spini. la Stampa.

Esiste una sola donna al mondo che lavora la spirale di un nostro modello con una determinata e raffinatissima tecnica. Da otto anni cerchiamo di trovarle un erede, ma non ci riusciamo. Davide Traxler, manager del lusso. Sette.

Il Servillo de La grande bellezza è come il Mastroianni della Dolce vita, un succhiatore di sigarette, sniffatore di mondanità cancerogena, con il naso predisposto alla mala aria dei salotti e delle trattorie romane: esalazioni che offuscano le menti e distruggono la verità. È un mondo finito. Francesco Merlo. GQ.

I giornali muovono le opinioni e le passioni della gente, come il vento muove la polvere; ma nessun uomo che si rispetti, da che mondo è mondo, ha sospeso di farsi gli affari suoi a causa delle opinioni degli altri, e nessuno mai ha rinunciato ad andare dove voleva, per un po’ di vento e di polvere che ha trovato sulla sua strada. Sebastiano Vassalli, Il cigno. Einaudi.

Duchamp mi invitò a seguirlo con mia moglie a Cadaqués, dove mi introdusse nel mondo formidabile di Dalí innaffiato da champagne rosso. Ricordo un Dalí domestico, quasi prostrato nell’adorazione di Duchamp, ben diverso da quello che rividi a New York con un giaguaro al guinzaglio. Più vicino al Dalí che incontrai un giorno alla fermata dell’autobus, sotto un diluvio torrenziale, con i celebri baffi crollati all’ingiù per la pioggia. Gianfranco Baruchello, artista. ilvenerdì.

«Moretti, fatti da parte e lasciami vedere il film» diceva, dei film di Moretti, il regista Dino Risi. GQ.

A Milano, anche se siamo a gennaio, c’è una giornata di sole: a mezzogiorno, tredici gradi. Per strada, la gente cammina con il cappotto slacciato e, nelle aiuole, addirittura si affacciano germogli di un verde tenero, e fili d’erba nuova. Anche l’aria ha un odore diverso. A Milano, d’inverno, l’aria ha un fiato acre di polvere e scarichi, e invece, questa, porta, in sé, un indefinibile eco di qualcosa di vivo. Una bella giornata. Perché allora, mentre cammino e vado annusando il vento leggero, registro in me una sottile inquietudine? Come se qualcosa non andasse per il suo verso. È che è soltanto il 23 di gennaio, e tredici gradi sono troppi. E quei germogli nelle aiuole, mi dico guardandoli severamente, non dovrebbero spuntare così incautamente. Finirete ghiacciati in una notte di brina, li rimprovero fra me. Perché ogni stagione ha i suoi tempi, e oggi qualcosa sembra forzato. Tredici gradi, figurarsi, prima ancora dei «giorni della merla», dal 29 al 31 gennaio, tradizionalmente i più gelidi dell’inverno. Non dovrei essere contenta di questo tepore? Ma qualcuno, al fondo di me, è disorientato in certe sue antiche coordinate. Del resto, ancora la mia nonna paterna è nata contadina, sull’Appennino emiliano, e i ritmi e gli odori delle stagioni li conosceva a memoria. Due generazioni sono niente di fronte a questa memoria, a questa cognizione istintiva degli odori della terra, e dell’inclinazione della luce. Marina Corradi. Avvenire.

Dizionario satirico - CONCLAVE: riunione di cardinali violenti e trogloditi.

Il fatto che tutti vogliano fare i giornalisti dimostra quanto il giornalismo sia caduto in basso. Roberto Gervaso. il Messaggero.