Sergio Luciano, ItaliaOggi 31/01/2014, 31 gennaio 2014
DUMPING LEGALE OLANDESE, FIAT NE APPROFITTA. L’UE TACE
Ineffabile Unione europea. Appena vede l’ombra di un «aiuto di stato» spara raffiche di sanzioni. Ma quando uno stato aiuta se stesso varando leggi clamorosamente asimmetriche, se è uno degli stati «buoni», cioè protetti dall’ala d’acciaio della chioccia Merkel, non protesta nessuno.
È il caso della normativa societaria olandese sul «voto plurimo» che ha suggerito alla Fiat di stabilire appunto in Olanda la propria sede legale. In sintesi, la norma consente al socio di controllo di una società, che ne stabilisca la sede nel paese, di scegliere quanti voti potrà esprimere ciascun titolo di sua proprietà in assemblea dei soci, fino a un massimo di 10 voti per azione. Questo significa che, possedendo 30 azioni su 100 nel capitale della nascente Fiat-Chrysler olandese, la famiglia Agnelli potrebbe votare come se avesse fino a 330 voti (30 su 100, moltiplicato per dieci volte) su 370 totali esprimibili in assemblea. Con un particolare in più: questi «superpoteri» conferiti al pacchetto azionario di controllo restano intatti anche nel caso in cui qualche scalatore dovesse lanciare un’opa.
Forse non è chiara la portata storica di questa innovazione legislativa. Significa che una società che celebri in Olanda le sue assemblee e abbia questa norma non è più contendibile. Non è più esposta al rischio di un’opa ostile. E senza che la proprietà debba sborsare un euro. C’è qualche norma simile in altri stati, come la stessa Francia, ma il voto può essere doppio, non plurimo, e le condizioni per ottenere quest’agevolazione sono ostiche. L’Olanda la fa facile, e sta incamerando ogni giorno decine di società nuove che da tutta Europa trasferiscono nei suoi confini la propria sede.
È una forma incredibile di «legal dumping», di concorrenza legislativa sleale, contro la quale l’Unione europea non corruga un sopracciglio. La slealtà, sia chiaro, non risiede nel fatto che un paese membro dell’Eurozona riesca a offrire condizioni di insediamento vantaggiose alle imprese, a discapito degli altri paesi: questo già accade da tempo per tanti profili in campo fiscale, burocratico eccetera. Ma in questi campi i vantaggi derivano dalla maggiore efficienza di alcuni paesi rispetto agli altri (per burocrazia, logistica, tasse_) e non da una norma di legge. Che dovrebbe essere ammessa o proibita in tutta l’Eurozona, senza asimmetrie.
Infine, tanto per entrare nel merito, qualche anno fa i mercati finanziari si sarebbero indignati per quest’arrocco delle proprietà familiari contro il rischio di scalata. Oggi applaudono. Qual è la verità? È meglio una Borsa piena di società contendibili, o una Borsa che ospiti soltanto società «blindate»? O tempora o mores.