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 2014  gennaio 31 Venerdì calendario

NEI CINEMA USA DIVENTA DI MODA IL PORNO VINTAGE DEGLI ANNI ’70


Porno vintange. Classico e storico. Girato in 35 millimetri tra la fine degli anni Sessanta e i primi Ottanta, nell’età d’oro del genere per soli adulti.
L’ultima tendenza del merca­to cinematografico, americano soprattutto, è il restauro e la dif­fusione, nelle sale dedicate, del­lo hard- core d’annata.Il che co­stringe gli amatori del genere a uscire di casa, magari per darsi arie cinéfile. Chi non ricorda Jack Nicholson e Frank Sinatra sorridenti, nel 1972, davanti al­la sala in cui si proiettava Deep Throat di Gerard Damiano? Ac­cadeva prima che il sistema in­chiodasse i giovani davanti al computer.
A ogni generazione, il suo por­no. Ma ai nerd che, in cameret­ta, si divertono in Rete con le acrobazie fai-da-te di gente qualunque, tra pop-corn e sel­fie di attrici rifatte, ora è data un’altra possibilità: conoscere e apprezzare i «diversivi» dei lo­ro genitori. Così in Connecticut fa grandi affari la Vinegar Syn­drome, compagnia fondata nel 2012 da Joe Rubin e Ryan Emer­son per catalogare, restaurare, digitalizzare e distribuire vec­chi film proibiti, da tripla «X». Non a caso il nome della ditta, fi­nita in prima pagina sul NY Ti­mes , si riferisce all’odore di ace­to, che promana dalle pellicole in disfacimento. Il fatto è che la domanda di tale materiale, po­ster e foto inclusi, non proviene soltanto dai collezionisti e dai fruitori spontanei. Al Museum of Sex di Manhattan, dedicato all’esplorazione del significato culturale della sessualità uma­na, ha avuto successo la mostra The Eve of Porn: Linda Lovela­ce , dedicata alla diva di Gola Profonda , film di culto rilancia­to dal biopic con Amanda Sey­fried. Mentre a Los Angeles, il Museum of Contemporary Hot esibisce i lavori omoerotici del­l’illustratore Touko Laakso­nen, classe 1922 e lo Yerba Bue­na Center for the Arts di San Francisco ha ospitato il ciclo X: Storia della censura dei film proibiti . E nel frattempo, giova­ni esercenti di sale indipenden­ti e avventurose, organizzano serie come In the Flesh , all’An­thology Film Archives di Manhattan: solo titoli in 35 mm. per un cinema della car­ne, che ancora ignorava il virus dell’Aids.
E c’è già chi parla di porn chic , indirizzato ai liberal americani che non amano la parte oscura dell’industria pornografica, ma vogliono scoprire, in salsa vintage , il sapore di antiche pie­tanze.