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 2014  gennaio 31 Venerdì calendario

IL DOPING NEL CICLISMO SECONDO LA IENA LUCCI


Verrà il giorno che Enrico Lucci avrà un programma tutto suo (ammesso che lo desideri), nel frattempo resta il pezzo più pregiato de «Le iene». Per quel suo modo di fare informazione: leggero, ammiccante, stralunato ma mai superficiale (Italia 1, mercoledì, 21.10). L’altra sera ha parlato di doping nel ciclismo, lo sport dove i controlli sono al limite dell’esasperazione (siamo sicuri che gli altri sport siano vergini?). La settimana prima, Danilo De Luca, primo ciclista italiano radiato dal Tribunale Nazionale Antidoping dopo tre sanzioni, aveva fatto una clamorosa dichiarazione: in bici si dopano tutti, altrimenti è impossibile raggiungere certi risultati.
Una voce che circola da tempo, puntualmente smentita. E così tutti hanno accusato De Luca di qualunquismo, di sputare nel piatto dove fino ieri ha mangiato, di gettare fango. Lucci non ha mai fatto del moralismo, nemmeno quando seguiva il Giro d’Italia. Tanti anni fa, Lucci si era presentato alla partenza del Giro e aveva chiesto un giuramento ad alcuni corridori: «Giuro che non farò uso di doping». C’erano Gilberto Simoni, Marco Pantani e altri. Stravolsero il giuramento con una battuta. Chi la prese male fu Mario Cipollini che cominciò ad insultare l’intrepido cronista.
Certo le accuse di De Luca sono generiche, ma dopo quello che è successo con Lance Armstrong non vanno sottovalutate. È mai possibile vincere tante corse senza avere una qualche copertura? Tutti sarebbero stati infatti a conoscenza delle pratiche dopanti usate dall’ex campione Usa e dai suoi compagni di squadra. E cosa sta succedendo alla Lampre di Saronni? Il medico del Giro d’Italia, prof. Giovanni Tredici, ha detto a Lucci: «Il doping è pericoloso. Può provocare danni irreversibili. Io, come medico, devo convincere il corridore a non doparsi, ma non è mio compito denunciarlo, sono tenuto alla privacy».
Ma un programma di Lucci sullo sport, sulle zone d’ombra di molti sport, comprese le scommesse?