Aldo Grasso, Corriere della Sera 30/1/2014, 30 gennaio 2014
CHEF RUBIO CONVERTE GLI ERETICI AL RUGBY
Il sogno di ogni network è catturare nuovo pubblico; nuovo in senso letterale: pubblico che non si è mai sintonizzato su quella rete. DMax, il canale maschile di Discovery, propone da sabato il Sei Nazioni di rugby. All’evento si è preparato mettendo in scena la «cattura» di nuovi tifosi e, di conseguenza, di nuovi spettatori. Anche La7 aveva tentato anni fa la stessa operazione, ma aveva scelto una via meno pop, affidando a Marco Paolini il compito di raccontare la poesia della palla ovale.
Il rugby è sport rude ed è toccato ora all’ex rugbista Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, incarnare il volto del «Cacciatore di tifosi» (canale 52 del Dtt e 808 di Sky). Il tatuatissimo Rubio si è fatto un nome con il suo street food (come non ricordare «Unti e bisunti»?), il suo spiccato accento romanesco, le sue proposte ruspanti.
Chef Rubio è sbarcato su isole non propriamente vocate al rugby: circoli del tennis, raduni di burraco, santuari del calcetto, recinti delle bocciofile, cercando di convertire gli eretici alla palla ovale, spiegando loro il modo migliore di «cambiare prospettiva». La prima lezione riguarda il sacrario dello spogliatoio dove s’imparano lo spirito di sacrificio e i valori di solidarietà che caratterizzano questo sport; la seconda è un addestramento sul campo, un vero corso propedeutico alla mischia, magari con l’aiuto di un professionista e così via.
Rubio è simpatico, le sue battute in stile «Romanzo criminale» lasciano il segno, la sua missione appare convincente. Soprattutto nel famoso «terzo tempo»: Gabriele Rubini invita i suoi ospiti a cena e offre loro da mangiare. All’apparenza un cibo unto e bisunto servito in piatti di plastica. Ma tant’è. I nuovi tifosi, quando s’ingozzano di pastasciutta, sembrano convertiti, evangelizzati al verbo del rugby. Toccherà all’audience certificare il sogno.