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 2014  gennaio 30 Giovedì calendario

IL TRIANGOLO AMOROSO DAL PM L’ASSESSORE: «UN SALUTO E VIA»


DAL NOSTRO INVIATO LANCIANO (Chieti) — «Sono colpevole di essere una donna, ecco cosa ho imparato soprattutto da questa storia. Se avessi messo un burqa anziché il bikini, non mi avreste mai trattato in questo modo, insomma non mi avreste massacrato» dice con un filo di voce Lucia Zingariello, 34 anni, l’ormai celebre «segretaria del Principe», la femme fatale che un giorno stregò l’aiuto primario dell’ospedale di Atessa, il potente (ex) assessore regionale alla Cultura Gigi De Fanis, che lei chiamava pure confidenzialmente «Cicciobello». Questa mattina, al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Lanciano, in via Fiume, loro due si ritroveranno di fronte per la prima volta da quel 12 novembre 2013, giorno in cui De Fanis finì agli arresti domiciliari indagato dalla Procura di Pescara per concussione, peculato e truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta sulla Rimborsopoli d’Abruzzo.
«In effetti sono imbarazzatissimo — confessa lui alla vigilia, al telefono col suo avvocato Domenico Frattura —. La saluterò, certo, ma giusto un saluto e via. Per il resto, mi toccherà di nuovo raccontare davanti a tutti il mio privato, la mia passione per lei. E questo sarà ancor più mortificante, perché in tribunale ci sarà mia moglie come parte offesa».
Appuntamento alle 10. E così si chiude il triangolo amoroso maledetto, perché questa mattina De Fanis, 53 anni, dovrà rispondere davanti al pm Rosaria De Vecchi di un’altra terribile accusa, quella del tentato omicidio della sua consorte, Rosanna Ranieri, nel febbraio di un anno fa, conseguenza di una telefonata intercettata dagli investigatori, in cui lui stesso appunto confessava alla segretaria prediletta, Lucia, di cui era pazzo d’amore, la volontà di sbarazzarsi di Rosaria col veleno. «Ma no, era solo uno scherzo, una frase detta lì per farsi bello, per pavoneggiarsi», minimizza adesso l’avvocato Frattura che è andato anche ieri a trovare i coniugi De Fanis nella casa di Montazzoli, dove il primario agli arresti consuma il tempo divorando tomi di ortopedia, la sua materia.
La famiglia, comunque, è salva. Perché Rosaria, che dovrà essere anche lei interrogata dal pm per fare luce su quel virus intestinale che la colpì all’improvviso, un anno fa, questa mattina arriverà in tribunale sottobraccio al marito sfidando le telecamere e ci sarà anche la figlia Valeria, a suggellare la ritrovata unione dopo la tempesta.
Tempesta d’amore, autentica ossessione per Lucia Zingariello, che si vide sottoporre dal suo principale accecato («Nell’ultimo anno non era più lui…», confermano i colleghi in ospedale) addirittura una specie di contratto: 3 mila euro in contanti per incontrarla da solo quattro volte al mese. Un foglietto poi strappato da lui stesso in mille pezzi e gettato nel cestino dell’ufficio, ma da lei certosinamente ricomposto forse per tutelarsi da quella corte asfissiante.
Lui, lei e l’altra in salsa chietina. «Nessun interesse pubblico eppure tanta morbosa curiosità, indegna di un Paese civile», protesta ancora la signora Zingariello, nell’ufficio del suo avvocato Umberto Del Re, a Casalbordino, quando ormai mancano poche ore al confronto all’americana. Anche a lei la Rimborsopoli abruzzese ha sconvolto la vita, con i suoi inevitabili riflessi gossipari : i vestiti, i gioielli, le borse, le spese pazze e i regali di De Fanis (coi soldi pubblici?) e poi il Barolo da 90 euro, lo Champagne da 120, i viaggi insieme con l’auto di servizio della Regione. Lei pure è moglie di un medico e mamma di una bambina di 8 anni e con De Fanis erano amici dal Duemila, si conoscevano bene, andavano tutti insieme in vacanza. Poi il primario di Ortopedia è come impazzito. Amour fou , amore folle, «eh già, questa storia è tutta una follia — conclude triste l’avvocato Frattura —. E il mio amico Gigi si è rovinato per una donna».