Corriere della Sera 29/1/2014, 29 gennaio 2014
MORSI NELLA GABBIA A PROVA DI SUONI
L’ennesima prova della determinazione del nuovo regime egiziano nello zittire ogni voce contraria è arrivata, anche simbolicamente, dalla gabbia insonorizzata dove è stato chiuso Mohammad Morsi. Un’inedita cella di vetro nel tribunale all’interno dell’Accademia di polizia del Cairo dove l’ex raìs ha fatto la sua seconda apparizione pubblica dal 3 luglio, quando fu deposto in diretta tv dal generale Abdel Fattal Al Sisi e poi tenuto in isolamento da avvocati e parenti. Ieri Morsi doveva rispondere del reato di evasione dal carcere dove si trovava durante la Rivoluzione per reati politici e di «complotto con elementi stranieri», in particolare Hamas, che lo avrebbero liberato. L’ex presidente è imputato in altri tre processi con accuse gravissime, alcune delle quali prevedono la pena di morte. Nessun media ha potuto entrare ieri in aula, salvo la tv di Stato che ha trasmesso poche immagini. Ma alcuni testimoni hanno riferito che al microfono Morsi ha urlato di essere «il legittimo presidente dell’Egitto» e attaccato i militari «golpisti». A differenza della sua prima comparsa in pubblico nel corso di un altro processo in novembre, Morsi indossava questa volta la tuta bianca dei carcerati.