Avvenire 30/1/2014, 30 gennaio 2014
LA GHIGLIOTTINA DEBUTTA ALLA CAMERA
È la prima volta nella storia repubblicana che viene applicata a Montecitorio la cosiddetta "ghigliottina". Finora era bastato l’effetto deterrenza: le opposizioni cioè avevano sempre interrotto l’ostruzionismo un attimo prima che scattasse. Di cosa si tratta? È la scadenza oltre la quale il presidente dell’Assemblea può decidere di mettere comunque ai voti il provvedimento oggetto della discussione, a prescindere dal punto in cui si sia arrivati con l’esame dello stesso. È una misura non codificata espressamente nei regolamenti parlamentari. È previsto, invece, il contingentamento dei tempi d’esame di un provvedimento: esauriti i tempi prefissati, si passa direttamente ai voti rimanenti senza altre discussioni. Ma, mentre al Senato la regola del contingentamento è generalizzata, alla Camera non include esplicitamente le conversioni dei decreti-legge. Così finora era stata solo minacciata, tre volte: da Luciano Violante nel 2000, da Pier Ferdinando Casini, nel 2003, da Gianfranco Fini nel 2009. Fino a ieri, quando l’incessante opposizione del Movimento 5 Stelle ha convinto la presidente Boldrini a farla scattare.