Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  gennaio 30 Giovedì calendario

LA GHIGLIOTTINA DEBUTTA ALLA CAMERA

È la prima volta nella storia repubbli­cana che viene applicata a Monteci­torio la cosiddetta "ghigliottina". Finora era bastato l’effetto deterrenza: le opposizioni cioè avevano sempre in­terrotto l’ostruzionismo un attimo pri­ma che scattasse. Di cosa si tratta? È la scadenza oltre la quale il presiden­te dell’Assemblea può decidere di mettere comunque ai voti il provvedi­mento oggetto della discussione, a prescindere dal punto in cui si sia arrivati con l’esame dello stesso. È una misura non codificata espressamen­te nei regolamenti parlamentari. È pre­visto, invece, il contingentamento dei tempi d’esame di un provvedimento: esauriti i tempi prefissati, si passa di­rettamente ai voti rimanenti senza al­tre discussioni. Ma, mentre al Senato la regola del contingentamento è ge­neralizzata, alla Camera non include e­splicitamente le conversioni dei de­creti-legge. Così finora era stata solo minacciata, tre volte: da Luciano Vio­lante nel 2000, da Pier Ferdinando Ca­sini, nel 2003, da Gianfranco Fini nel 2009. Fino a ieri, quando l’incessante opposizione del Movimento 5 Stelle ha convinto la presidente Boldrini a farla scattare.