Gloria Satta, Il Messaggero 30/1/2014, 30 gennaio 2014
AICHE’ NANA, ADDIO DOLCE VITA
È morta a Roma, all’Aurelia Hospital, Aiché Nana. Aveva quasi 78 anni, era turca (o forse nata in Libano), in gioventù aveva fatto la danzatrice del ventre e con un famoso spogliarello, immortalato dal paparazzo Tazio Secchiaroli, più di mezzo secolo fa inaugurò ufficialmente la Dolce Vita scandalizzando l’Italia puritana. Da allora in poi il suo nome sarebbe rimasto legato a un periodo-chiave del costume italiano a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta. Anni di effervescente edonismo, eccessi divistici e notti brave che avevano Roma, anzi via Veneto, come epicentro.
Era il 5 novembre del 1958 e quello strip-tease, rilanciato dai media internazionali, meritò perfino una citazione nel capolavoro di Fellini, La Dolce Vita: la scena venne replicata da Nadia Grey nel finale del film, in una villa di Fregene, prima che Mastroianni avesse l’apparizione della celestiale Valeria Ciangottini.
Nella realtà, l’episodio si era svolto in un ristorante alla moda, il Rugantino di Trastevere, dove la contessa Olghina di Robilant festeggiava il compleanno con un centinaio di invitati. C’erano i protagonisti della mondanità dell’epoca: Elsa Martinelli, Linda Christian, Anita Ekberg, Laura Betti...
IL TESTIMONE
E c’era Enrico Lucherini, il famoso press agent che muoveva i primi passi nello star system promuovendo film, inventando scandali, lanciando attrici dal suo ”ufficio” improvvisato su un tavolino del Café de Paris. Quella sera se la ricorda benissimo: «C’era un’atmosfera surriscaldata», racconta Lucherini, «molti, come la Ekberg, ballavano sui tavoli, si rideva e si beveva. A un certo punto qualcuno, forse un produttore, portò una ragazza straniera giovanissima, molto bella e sconosciuta. Nessuno sapeva il suo nome, Aiché Nana, né da dove venisse. Gli uomini si tolsero le giacche e le gettarono sul pavimento urlandole ”nuda-nuda!”. Lei cominciò a dimenarsi in una sensualissima danza e finì per togliersi la blusa, rimanendo con il seno scoperto e le sole mutandine di pizzo. In un locale pubblico una cosa del genere non s’era mai vista».
Secchiaroli cominciò a scattare all’impazzata. Ma il comune senso del pudore era stato offeso e qualcuno chiamò la polizia. Il paparazzo fece scivolare i rullini nella tasca dello smoking di Lucherini, dandogli appuntamento al giorno dopo. «Ci trovammo davanti al cinema Reale e io gli riconsegnai i negativi della serata che qualche giorno dopo sarebbero stati sparati in prima pagina dall’Espresso», racconta il press agent.
I PAPARAZZI
La Dolce vita era ufficialmente cominciata. I fotografi si moltiplicarono nella speranza di fare a botte con Walter Chiari all’epoca amante di Ava Gardner o di beccare una litigara tra Liz e Burton. Sofia Loren scendeva a via Veneto e paralizzava il traffico. Dopo teatro il jet set si ritrovava da Doney e le notti romane non finivano mai.
Aiché Nana, ormai celebre, provò a riciclarsi come attrice. Interpretò qualche film minore, poi Storia di Piera e I nuovi mostri. Nel 2010 portò in tribunale Mediaset per la fiction Vita da paparazzo di Pingitore che citava il famoso strip-tease. Chiedeva un milione di euro ma perse la causa e non le rimase, tra un’ospitata e l’altra in tv, che continuare a convivere con la sua fama pesante come una condanna.