Francesco Merlo, la Repubblica 30/1/2014, 30 gennaio 2014
LA TARANTELLA DEI VIOLENTI
E chi era quella “brava ragazza” che agitava contemporaneamente braccia e gambe (si può, le grilline possono), e dovunque c’era un groviglio vi si immergeva a tuffo e vi nuotava in apnea? Si chiama Loredana Lupo ed è la lupa che ieri sera guidava l’assalto delle squadracce grilline a Montecitorio gridando «dittatura, dittatura!» e «ora lo scontro si sposta nelle piazze».
Colpisce che a fermare la forsennata sia stato uno schiaffo di Stefano Dambruoso, deputato montiano, questore della Camera, ex magistrato, violento per contagio, anch’egli scomposto e ora pavido nel difendersi: «Escludo lo schiaffo, ma non nego un contatto fisico». Insomma dice che la mano gli è partita come se non fosse sua. Imbavagliata come in Val di Susa, la lupa voleva infatti sbranare la presidente Boldrini, che aveva sconfitto l’ostruzionismo grillino con le regole, con l’orologio della democrazia, con la velocità del diritto.
Ai grillini non piace il decreto Imu-Bankitalia. Dicono che questo decreto, che infine ieri è stato approvato, privatizza la Banca d’Italia e hanno tutto il diritto di sostenerlo e persino di crederlo anche se non è vero. Ed è anche lecito protestare per un simbolo violato come se da quella violazione dipendessero i destini del paese senza neppure tenere conto che, facendo saltare quel decreto, si sarebbe, per usare il linguaggio grillino, affamata di più l’Italia, perché sarebbe stata ripristinata l’odiosa Imu, la tassa sulla casa.
Ebbene, l’ostruzionismo in Parlamento c’è sempre stato ed è una pratica nobile. È nato in Inghilterra dove si chiama filibustering e in Italia i radicali ne hanno fatto un’arma splendida in difesa dello Stato di diritto e delle istituzioni. Solo con i grillini è diventato violenza da angiporto, con scene da parlamento libico o balcanico, una furia feroce che alla fine ha coinvolto tutti, anche quelli del Pd che hanno stonato «Bella Ciao», opponendo rumore a rumore, strepito a strepito. I più felici di esserci erano quelli di Fratelli d’Italia che sono maneschi per storia e per antropologia.
Per la verità avrebbe fatto bene la Boldrini ad applicare subito quel regolamento che i grillini, dopo un anno di lavoro parlamentare, continuano a non conoscere. Insomma la presidente ha stabilito i tempi degli interventi, ma ha commesso l’errore tattico di farlo troppo tardi, di azionare cioè la cosiddetta ghigliottina, lo strumento regolamentare che permette di recidere l’ostruzionismo, quando i grillini avevano già avuto tutto il tempo possibile per alimentare la loro violenza che è infatti andata aumentando di seduta in seduta. La Boldrini sino a ieri aveva fatto la mamma buona che comprendeva le ragioni dei ragazzi, e forse perché protestavano anche quelli di Vendola nelle cui liste lei si era candidata.
Ma la cosa più inquietante è che i grillini sinceramente pensano che fissare dei limiti «è mafia» come ha detto Manlio Di Stefano, un altro “volto pulito”, un altro ragazzo della porta accanto, un altro illuminato del web che ieri sera strepitava, spintonava, scalciava, al ritmo di «corrotti corrotti».
È così che ieri sera le parole violente per la prima volta sono diventate violenza fisica, è stata un’esercitazione, l’esordio della Pallacorda, la tarantella degli arrabbiati: «basta ragionamenti» ha gridato questo stesso Di Stefano che sembrava una riedizione del vecchio missino Paolone e di Bontempo er pecora, di quelli insomma che menavano le mani perché era l’unico modo che avevano di averla vinta. E ieri c’era pure la sguaiataggine della violenza collettiva, la complicità di banda: «d’ora in poi è guerra vera, non vi daremo più pace né tregua. Oggi è l’inizio della vostra fine». Queste frasi, che sono le stesse dei forconi e dei black bloc, le ha pronunziate un giovanotto con l’aria per bene, ingegnere informatico di professione, madre insegnante e padre dirigente d’azienda.
E hanno occupato l’aula e le stanze delle commissioni non simbolicamente come facevano i radicali di Pannella, ma urlando, spingendo, insultando, sputando persino, e mandando in infermeria i commessi di Montecitorio che sono la risorsa istituzionale contro il disordine e le intemperanze, in genere solo verbali. Ecco: quei commessi feriti sono il Parlamento ferito. Al grido di «boia Napolitano» e «Boldrini serva del potere» solo le istituzioni ieri sera sono state ghigliottinate.