Marina Cappa, VanityFair 29/1/2014, 29 gennaio 2014
OGNI MATTINA – [ZINGARETTI
& RANIERI]–
«MA CHI SONO QUELLI? Lei è stupenda... pure lui però non è niente male». Il signor «niente male» sente il commento e gongola, con quel suo sorriso misurato e l’occhio che brilla. Di apprezzamenti personali Luca Zingaretti ne ha avuti a sufficienza, da quando è diventato il commissario Montalbano e – alla faccia della pelata e dell’altezza non eccelsa – ha affascinato donne e Auditel (nell’ultima serie, in primavera, ha superato i 10 milioni di spettatori). Ma, a giudicare dalle reazioni, il più gradito è l’apprezzamento a Luisa Ranieri, sua moglie. Li seguiamo per una giornata di scatti fotografici. Esterni romani in via Veneto, stile Dolce vita, con i due avviticchiati in automobile. Interni nelle suite dell’hotel, a giocare sul letto la coppia sexy e maliziosa – lei perfettamente a proprio agio, lui all’inizio più trattenuto – mentre lontano dall’obiettivo Luca le allunga un bacio sulla guancia o sui capelli, niente di esibito, routine di una vita a due senza vezzeggiativi iperglicemici, al massimo un «Amore» qua e là, o un «Zingo» buttato lì.
È la prima volta che la coppia, sposatasi il 23 giugno 2012 al Castello di Donnafugata, posa insieme, e insieme si racconta. Ci sono tante ragioni per farlo. Luisa ha appena varcato i 40 anni e con Luca, che ne ha 52, in aprile festeggia i dieci di amore. Si sono conosciuti sul set della miniserie Cefalonia, si sono innamorati, e da allora non hanno più lavorato insieme. Fino a oggi. Il 27 febbraio li vedremo nello stesso film, Maldamore di Angelo Longoni, una storia di tradimenti dove però lei sta con Alessio Boni e lui con Ambra Angiolini. Su Raiuno, il 3 e 4 marzo, interpreteranno invece una coppia: lei una bella poliziotta e lui il Giudice meschino, che si riscatta dall’abulia affrontando un’indagine sulle scorie radioattive. Tratta da un libro di Mimmo Cangemi, la miniserie è diretta da Carlo Carlei, con la produzione di Paola e Fulvio Lucisano e la Calabria Film Commission.
LEI (SENZA LUI)
Luisa arriva per prima, intabarrata in cappotto e berretto, quasi irriconoscibile. Anche perché, una volta che si spoglia, al posto dei capelli lunghi cui eravamo abituati, esibisce un taglio corto.
Che cosa dice Luca del taglio?
«A lui piacciono lunghi, ma dice che sono più bella così. Li avevo fatti crescere perché mi dicevano che era necessario averli così se volevo fare l’attrice. Poi, ho scoperto che esistono le parrucche».
Da ragazzina come li portava?
«A 13 anni li ho rasati a zero. Era un atto di ribellione. Mamma non mi ha parlato per tre mesi. E io li ho tenuti così rasati fino ai 24 anni».
Gli uomini come si comportavano con quella ragazza senza capelli?
«Ero già donna, piacevo. Ma mi rendevo anche conto che un po’ si spaventavano. Meglio, perché sono una timida e, piuttosto che fare la vamp, preferivo uscire con i miei fratelli e la loro banda di maschi».
Ha appena compiuto 40 anni: la pensa sempre allo stesso modo?
«Oggi penso che ben venga la fisicità, se una ci sa giocare. È così anche il personaggio che interpreto in Allacciate le cinture, il film di Ozpetek (al cinema il 6 marzo, ndr). Donne come Marilyn o la Bellucci hanno saputo usare la femminilità nel modo giusto. L’importante è prima di tutto amare se stesse, cosa che mia mamma per fortuna mi ha insegnato, come mi ha insegnato che nessuno può dirti che cosa fare e che cosa no».
Sta per festeggiare i 10 anni con Zingaretti. Ci avrebbe creduto quando lo ha conosciuto, e lui era sposato?
«Era sposato, ma da due anni viveva da solo in un’altra casa, separato. Non sarei andata con un uomo che non fosse sentimentalmente libero».
E il fatto che fosse già affermato non l’ha intimidita?
«Anch’io avevo fatto qualcosa (nel 2004 aveva girato Eros di Antonioni, ndr), e poi a me Montalbano non diceva niente perché non lo avevo mai visto».
Come vi dividete i compiti in casa, adesso che avete anche una bambina, Emma, di due anni e mezzo?
«Siamo due vasi comunicanti, in grande equilibrio. I compiti un po’ li fa uno, un po’ l’altro, senza attribuzioni rigide. Io sono cresciuta in una famiglia matriarcale e sono bella determinata, Luca pure è piuttosto toro. Ma alla fine, anziché scontrarci, ci sosteniamo sempre, anche senza bisogno di dirci o chiederci le cose».
LUI (PIÙ LEI)
Arriva Zingaretti, il canonico berretto in testa. Si siede, aspetta che Luisa finisca di parlare.
Che cosa le ha regalato per i 40?
«È un sogno su cui discutevamo da tanto. Pensavo: è una cosa assolutamente non necessaria. Invece lei non poteva vivere senza. E così le ho regalato questa borsa di Chanel. Dice che la regalerà a nostra figlia, passerà di generazione in generazione. A quell’argomentazione non so resistere».
Lei ama fare regali?
«Mi piace, ma non il regalo comandato. Mi piace girare per la città con in testa la donna amata: la penso e le prendo un regalo». Luisa: «È un gadgettaro, compra di tutto». «Ma costo poco: la piletta tecnologica, lo scaldacqua da camerino». Luisa: «Quelle cose che poi non si usano mai». «Non è detto: e se arrivo tardi con i bar chiusi, come faccio a scaldare il latte a Emma? Ecco qua lo scaldavivande».
Il regalo più bello che le ha fatto?
«Mi preme dire una cosa che può sembrare melensa, ma è vera: noi non ci facciamo regali come dimostrazione del nostro amore perché quello ogni ora ce lo testimoniamo in altro modo. I regali per noi non sono pegni, ma giochi».
Nell’intimità, come vi chiamate?
Luisa: «A volte dico “Amore”, e lui mi riprende: sostiene che è una parola vaga».
«Io detesto tutti gli Amore, tesoro, ciccio: diventano abusati, perdono il senso vero se lo fai davanti a tutti. Il momento del cippi-cippi lo abbiamo, ma fra di noi».
Entrambi avete fatto corsi di danza. Ballate mai insieme?
«Io sono un orso, non sono capace di dimenarmi selvaggiamente in un locale. Anche se da quando sto con lei lo rivaluto, ha un modo di ballare che mette allegria. Ora vorrei fare un corso di tango».
Nel tango i ruoli dell’uomo e della donna sono ben definiti.
«Anche fra di noi. Questo non significa che uno deve essere macho e l’altro obbedire, ma avere chiare ognuno le proprie mansioni. La coppia regge se uno soddisfa i bisogni dell’altro che, al di là del maschile o femminile, sono sempre gli stessi: essere spronati, coccolati, accolti, bastonati. Se lo si fa vicendevolmente la coppia può resistere alle intemperie».
Quando vi bastonate?
Luisa: «Quando sul lavoro sono disinteressata. Mi dice: “Anche se non ti piace quello che stai facendo, fallo bene”». «Lei mi bastona quando sono insopportabilmente scorbutico o scortese in situazioni in cui servirebbe un po’ di bon ton. Magari ho ragione, però non sempre reagisco nel modo migliore. Luisa è più matura».
La differenza di età è mai stata un problema?
«All’inizio potevo sentire una sorta di responsabilità, ma 12 anni non sono poi tanto!». Luisa: «I primi tempi a volte mi diceva: “Sei troppo giovane”. Ma con i miei coetanei io mi annoiavo».
Quando si è messo con Luisa, non temeva che il pubblico di Montalbano potesse risentirsi, visto che ufficialmente era sposato?
«Ero andato via da casa da due anni. La gente non sapeva? Chissenefrega. Uno deve vivere secondo i suoi dettami. Come diceva Kant: “La legge di Dio è sopra di me, la legge morale è dentro di me”. Io non vivo per piacere agli altri, li rispetto ma non mi adeguo a compiacerli».
Festeggerete i dieci anni?
«L’anniversario è tutte le mattine, quando mi sveglio accanto a lei, la guardo negli occhi e capisco se il rapporto sta andando nella direzione giusta».
Al risveglio che cosa succede?
«Non si può dire».
Il mattino è l’ora migliore?
«Ogni ora è buona».
Chi fa il caffè?
«Lei, che è napoletana».
Un bel modo di cominciare.
«Ma anche l’occasione per le nostre uniche discussioni: lei come si sveglia sta a mille, io ci impiego un’ora a carburare. Lei va a macchinetta, blablabla, io prego: “Lu, aspetta, sto dormendo”».
LORO (E IL LAVORO)
Com’è che avete deciso di tornare a lavorare insieme?
Luisa: «Non abbiamo deciso, ci siamo ritrovati. Mi è arrivato il copione di Maldamore, e ho accettato. Poco dopo lo hanno mandato anche a Luca, e lui mi ha detto: “Ho letto una storia molto carina, che si gira a Trento... ”. Era lo stesso. Quanto al Giudice meschino, Carlei ce lo aveva proposto e io avevo detto no. Poi però mi dispiaceva: in fin dei conti, sono passati dieci anni, non è che devo aver paura di lavorare con lui. Ci siamo detti: non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, facciamolo. Così rompiamo questo tabù».
In Maldamore tradite entrambi il vostro partner?
Luca: «Io sono un traditore seriale, di quelli che pensano che andare con un’altra non incida sulla coppia, uomini mai cresciuti che hanno bisogno della gratificazione della seduzione».
Luisa: «Io vado con uno molto giovane, e per lealtà lo dico, quando scopro che anche mio marito (Alessio Boni, ndr) mi ha tradito».
Luca, il suo personaggio non sembra assomigliarle.
«Per niente. Io sono decisamente monogamo».
Tradirebbe solo per amore?
«Non saprei, non mi è mai successo. Le mie storie prima finivano e poi ne arrivava un’altra. Solo una volta, a 20 anni, un rapporto che stava morendo fu chiuso dal fatto che andai a letto con un’altra».
Luisa, lei ha detto che negli amori è sempre stata quella che lasciava.
«Sì, e ho anche tradito, ma solo perché il rapporto stava finendo e poi me ne andavo».
Nel Giudice meschino interpretate una coppia, cosa che non facevate dai tempi di Cefalonia: imbarazzi?
Luisa: «È difficile lavorare insieme, c’è bisogno di più concentrazione. Però almeno siamo stati un po’ insieme».
I baci davanti alla cinepresa?
Luisa: «Ce ne sono pochi. Meglio così».
Luca: «Più che la sensualità qui si mostra una donna che ama e un uomo che non si rende conto di quanto questo amore sia una ricchezza, finché poi resetta la sua scala di valori».
Le piace Luisa in divisa da poliziotta?
«Sta bene con tutto. Ma la preferisco in abiti civili».
Più femminili?
«Lei è sempre femminile».
Anche a casa in tuta?
«Ha una sensualità differente a seconda di ciò che indossa, e comunque la tuta mai la mette. Mi piace dégagée perché mi fa intimità, famiglia. Ma è anche splendida quando si prepara a uscire la sera».
La guarda mentre si prepara?
«La mia foto preferita è un ragazzo che guarda imbambolato una ragazza che si mette il rossetto: non c’è niente di erotico, ma è di estrema sensualità. Avere la possibilità di vedere una donna che si prepara e si fa bella è un grande privilegio, una delle esperienze più sensuali».
LORO (ED EMMA)
La qualità migliore dell’altro?
Luisa: «È modesto e non parla troppo di sé, contrariamente alla maggior parte degli attori».
Luca: «Forse la dolcezza, da un punto di vista intimo».
Luisa: «Anche l’allegria, dici».
Luca: «Sì, perché io sono Scorpione, di natura malinconica, tendo al rimuginamento. Lei è come quando al mattino apri le finestre, cosa che fa davvero: all’improvviso, voom, 12 gradi sottozero. Mi piace il suo essere tante cose insieme, anche portatrice di valori antichi».
Anche lei però si dice che sia più giocherellone di come appare.
Luca: «Un po’ perché ho fatto tanti personaggi retti, un po’ perché sono riservato e di me si sa poco: di me si ha un’immagine molto seriosa. Ma sono uno che si diverte, va a giocare a pallone con gli amici, e pure con i ragazzini per strada...».
Luisa: «Va anche tranquillamente a fare la spesa, fregandosene dei paparazzi appostati, mentre io mi arrabbio moltissimo, soprattutto se con noi c’è Emma».
Il matrimonio ha cambiato qualcosa?
Luca: «Siamo tutti più tutelati».
Luisa: «Pensi che fino a quando compirà 18 anni Emma risulterà sempre nata fuori dal matrimonio, abbiamo dovuto fare una pratica a parte».
Le nozze sono state civili, anche perché Zingaretti era stato in precedenza sposato. Ma voi avreste desiderato una cerimonia con abito bianco?
Luisa: «Io no».
Luca: «Ho insistito io per sposarla. È una cerimonia: per quanto poco valore le si dia, ed essendo convinto che ogni giorno devi riconfermarti, in ogni modo in una coppia come la nostra – che funziona meglio oggi che agli inizi – metti un punto. È una dichiarazione d’intenti».